Da Cuba al fronte interno, Barack Obama alla riscossa. A quanto pare, la sconfitta alla elezioni di Medio Termine, con la Camera dei Rappresentanti e il Senato diventati in maggioranza repubblicani, ha dato una scossa al Presidente democratico. Che si è messo di buona lena a restituire i colpi subiti e a preparare il terreno elettorale al candidato del suo partito che correrà verso la Casa Bianca nel 2016. La prima botta di Obama è arrivata proprio poco dopo quel voto, quando il Presidente ha emesso il cosiddetto “ordine esecutivo” grazie al quale saranno regolarizzate le posizioni di quasi 5 milioni di immigrati ora irregolari, in gran parte originari di Paesi dell’America Latina.
La mossa ha fatto infuriare i repubblicani, per diverse ragioni. La prima è che la filosofia “inclusiva” del provvedimento va contro le loro posizioni politiche e, più ancora, contro la “pancia” del nocciolo duro del loro elettorato, i bianchi della media e piccola borghesia. La seconda è più concreta e forse anche più importante. Quei cinque milioni di persone, quasi tutte presenti sul suolo Usa da anni e quasi tutte desiderose solo di benessere e lavoro per se e le famiglie, nel 2016 ricorderanno bene chi li ha voluti e li ha considerati “americani” e chi invece li voleva tenere fuori dalla porta, nel limbo dei “non americani”. Un bel pacchetto di voti in più per il Partito Democratico, che già per tradizione pesca meglio dei repubblicani nell’elettorato delle cosiddette “minoranze”.
Cuba e il sorpasso dei latinos
Il ripristino delle relazioni diplomatiche con Cuba, dopo 53 anni di embargo e senza alcuna concreta necessità politica da parte degli Usa, è un altro passo nella stessa direzione. Per dirla in breve: un’altra dimostrazione di sensibilità verso l’elettorato dei cosiddetti “latinos”, che stanno diventando sempre più importanti nelle elezioni fino all’ultimo voto come le presidenziali americane.
E’ del 2012 il sorpasso dei nuovi nati non bianchi rispetto ai bianchi (50,4% contro 49,6%) e sono stati proprio gli americani di origine sudamericana a registrare il maggiore incremento percentuale. Ancora: la fascia costituita dai “latinos” ha l’età media più bassa, 28 anni, contro i 30 di asiatici e neri e i 42 dei bianchi anglosassoni. Barack Obama, che non potrà essere rieletto, sta preparando il terreno al suo successore. E questa mossa di Cuba rivela che il buon vecchio Barack non ha perso tutti i suoi istinti di politico.
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