UCRAINA: I MINISTRI LI SCEGLIE LA CIA?

UcrainaIl giuramento del nuovo Governo dell'Ucraina.

Per i pochi che non hanno ancora capito che cosa succede davvero in Ucraina, e per i molti che fanno finta di non capire, vale la pena di ricapitolare che cos’è successo un paio di giorni fa a Kiev. Al momento di insediare il Governo, salta fuori che tre ministri sono stranieri. O, almeno, lo sono stati fino a qualche ora prima quando in tutta fretta il presidente Poroshenko ha dato loro la cittadinanza.

I tre neo-ucraini sono l’americana Natalie Jaresko (ministro delle Finanze), il georgiano Aleksandr Kvitashvili (ministro della Sanità) e il lituano Aivaras Abromavicius (ministro dell’Economia). Il buon presidente Poroshenko ha detto che “l’Ucraina deve affrontare sfide straordinarie, il che richiede soluzioni innovative come la ricerca di candidati per il Governo anche all’estero”.

E’ piuttosto straordinario che Poroshenko arrivi a dire che nessuno, in un Paese di 46 milioni di abitanti, è abbastanza competente per occupare posizioni chiave nel Governo del proprio Paese. Ma è addirittura fantastico che cerchi di far passare sotto traccia il fatto che i dicasteri decisivi nel nuovo Governo, che sono appunto quelli economici, vengano appaltati a candidati che sono con ogni evidenza scelti altrove.

In Ucraina un Governo made in Usa

Il caso più clamoroso è quello della Jaresko. Nata a Chicago nel 1965, ha lavorato per molti anni al Dipartimento di Stato (il ministero degli Esteri) degli Usa, e tra il 1992 e il 1995 è stata anche responsabile del Dipartimento economico dell’ambasciata americana a Kiev, che sarebbe la capitale dell’Ucraina. E’ come se un esperto di Economia del ministero degli Esteri della Germania diventasse ministro delle Finanze nel Governo dell’Italia. Di più:  come se in Canada ci fosse un rivolgimento in senso socialista e il nuovo Governo si facesse mandare il ministro delle Finanze da Vladimir Putin. Insomma, per farla breve: è chiaro che la Jaresko è la mano della Casa bianca e di Obama nel Governo dell’Ucraina.

Non è male nemmeno la storia del lituano Abromavicius, nuovo ministro dell’Economia dell’Ucraina. Ha studiato in Lituania e negli Usa ed è partner del fondo d’investimento EstCapital, con sede a Stoccolma. Fondato nel 1997 e ormai arrivato a gestire un patrimonio di quasi 3 miliardi di euro, si è espanso prima in europa, poi in Asia e infine nei Paesi baltici e in Russia.

Quindi in Ucraina le cose adesso vanno così: il premier Yatsenyuk lo ha scelto la Nato, cioè gli Usa. Il ministro delle Finanze viene dal Governo Usa. Il ministro delle Finanze è un banchiere privato. Il presidente Poroshenko fa i cioccolatini. E l’Unione Europea paga il conto del gas e di chissà che altro.

P.S.: i più grandi “giornali” italiani hanno dedicato a questa storia una media di cinque righe.

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Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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