LE GUERRE VANNO BENE SOLO AGLI STUPIDI

GuerreMiliziani filo-russi in Ucraina sul luogo in cui è caduto l'aereo partito da Amsterdam.

Due crisi lontanissime e diversissime, quella dell’Ucraina e quella di Gaza, ci stanno impartendo la stessa lezione: non esistono più guerre utili ma solo guerre inutili. Solo guerre combattute in gran parte sulla pelle degli innocenti, e che per di più lasciano la situazione inalterata, senza vantaggi politici o strategici per le parti impegnate nel conflitto. I morti di Gaza (ormai più di 300, quasi tutti civili tra i quali tantissimi bambini) e la tragedia del Boeing delle linee aeree della Malesia (289 passeggeri, tra i quali almeno 80 bambini) ci trasmettono lo stesso grido affranto che molti papi, ultimo Francesco, hanno fatto proprio: basta guerre!

E’ una situazione che, nei suoi termini generali, somiglia a quello che ai tempi della Guerra Fredda chiamavamo “equilibrio del terrore”. Le superpotenze si erano dotate di arsenali nucleari così imponenti e micidiali che la guerra atomica era diventata impossibile: chiunque avesse sparato il primo missile sarebbe stato a propria volta distrutto. Oggi succede qualcosa di simile: nemmeno la più schiacciante superiorità militare, come quella dell’esercito di Israele sui guerriglieri di Hamas o quella del contingente multinazionale in Afghanistan, garantisce la vittoria. A meno di non essere pronti a praticare una strategia di sterminio di massa che nessuno vuole o può permettersi: l’ultima a provarci fu la Serbia di Milosevic e di Karadzic, che infatti fu travolta dalla reazione internazionale.

Le guerre e i bambini

La differenza tra allora e oggi sta nell’enorme diffusione delle armi “normali”, le cosiddette armi leggere (pistole, fucili, mitragliatori), e delle piccole guerre, i cosiddetti “conflitti locali”, che con esse vengono combattuti, spesso nella totale indifferenza o impotenza delle istituzioni internazionali, per prime le Nazioni Unite. L’effetto combinato di queste due condizioni è una perdurante e inevitabile strage di persone innocenti. L’Osservatorio permanente sui conflitti dimenticati ha censito, per l’ultimo decennio, 2 milioni di bambini uccisi, 5 milioni di bambini diventati disabili a causa delle ferite e 12 milioni di bambini che hanno perso la casa e sono diventati profughi. E stiamo parlando solo dei più indifesi, i bambini: non delle donne, degli anziani, degli uomini che non indossavano una divisa. Control Arms, la coalizione internazionale che si batte per limitare il commercio delle armi, ci dice in quale realtà il mondo sia immerso: ogni minuto una persona viene uccisa da un’arma “normale” mentre nello stesso lasso di tempo (sessanta secondi!) altre 15 armi da fuoco escono dalle catene di montaggio.

Proprio per tali ragioni, oggi, le guerre sono anche lo strumento peggiore con cui immaginare di risolvere un qualunque problema politico.  Chi non ha orecchie per un appello etico ascolti almeno il richiamo della ragione. Dalla Siria all’Ucraina, dalla Libia a Gaza, non v’è stata crisi che la strategia bellicista non abbia peggiorato e aggravato. E’ di queste ore l’appello di Sua Beatitudine Mar Louis Raphael I Sako, patriarca caldeo dell’Irak, che ha chiesto ai vescovi di “invitare la popolazione cristiana ad andarsene” da Mosul e dalla regione occupata dai miliziani dell’Isis che si ispirano ad Al Qaeda. Nel solo mese di giugno, in Irak, sono state uccise 2.417 persone, fra le quali 1.513 civili. E questo in un Paese che undici anni fa fu “liberato” da una delle più potenti coalizioni militari della storia, e poi per un decennio protetto e tenuto sotto tutela dalla superpotenza Usa.

Non è un caso, insomma, se questi giorni così drammatici ci portano tante orribili notizie. Quanto avviene a Gaza non è che la riedizione di guerre o spedizioni che da un decennio si ripetono in media due volte l’anno, con l’esercito di Israele sempre più forte e deciso e i miliziani palestinesi più convinti e armati di prima. E i poveri morti dell’aereo abbattuto sull’Ucraina sono la conseguenza di uno di quei “conflitti locali” che non hanno senso né futuro. E’ stato un volo di linea, avrebbero potuto essere i viaggiatori di un treno, un gruppo di donne in coda per il pane o dei bambini in spiaggia. Qualcuno davvero crede che faccia differenza?

Pubblicato sull’Eco di Bergamo del 19 luglio 2014

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Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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