RAPITI A HEBRON, L’APPELLO DELLE MADRI

Madri ragazzi rapitiLe madri dei ragazzi israeliani rapiti a Hebron.

Rachel Frenkel, madre di uno dei tre ragazzi israeliani scomparsi il 12 giugno mentre facevano l’autostop nei pressi della città palestinese di Hebron, ha letto all’Onu questo commovente appello per la liberazione del figlio e dei suoi due amici.

“Mi chiamo Rachel Frenkel e vivo in Israele. Sono qui oggi (all’Onu. n.d.r) come madre. Dodici giorni fa mio figlio Naftali e due altri studenti, Eyal Yifrah e Gilad Shaer (la cui madre è qui accanto a me) sono stati rapiti mentre tornavano da scuola. Da allora, non abbiamo saputo più nulla di loro: nessuna notizia, nessun segno di vita.

Con il vostro permesso, vorrei raccontare qualcosa di questi ragazzi. Mio figlio Naftali ha 16 anni. Gli piace suonare la chitarra e giocare a basket. E’ un buon studente e un bravo ragazzo, la giusta combinazione di serietà e voglia di divertirsi. Eyal è uno sportivo e un cuoco. Gilad è un ottimo pasticcere dilettante e un fan del cinema.Mio figlio mi ha mandato un  messaggino – “Sto tornando” – e poi è sparito. E’ l’incubo di ogni madre: aspettare e aspettare senza fine che il figlio torni a casa.

Vogliamo esprimere la nostra profonda gratitudine per le preghiere, il conforto e l’energia positiva che come un’onda viene verso di noi da tutto il mondo.

“Fate di più per i rapiti”

Trovandomi in questa Assemblea, desidero ringraziare il Segretario generale dell’Onu per aver condannato il rapimento dei nostri ragazzi, per aver espresso solidarietà alle famiglie e per aver chiesto la loro immediata liberazione. 

E voglio ringraziare la Croce Rossa Internazionale per aver chiaramente affermato che il diritto umanitario internazionale vieta che siano presi ostaggi e innocenti rapiti, e per aver chiesto la liberazione immediata e incondizionata dei nostri figli.

Allo stesso tempo, credo che molto di più potrebbe e dovrebbe essere fatto da molti altri. Ecco perché noi madri siamo venute qui, oggi, davanti alle Nazioni dell’Onu e davanti al mondo, per chiedere a tutti di fare tutto ciò che possono perché i nostri figli ci siano restituiti.

Signor Presidente, è profondamente sbagliato prendere dei giovani, ragazzi o ragazze innocenti, e usarli come uno strumento di lotta. E’ crudele. Questo Consiglio è incaricato di proteggere i diritti umani.Vorrei chiedere: forse che un ragazzo non ha il diritto di tornare a casa sano e salvo da scuola?

Vogliamo solo vederli tornare a casa, vogliamo solo vederli nei loro letti. Vogliamo solo abbracciarli di nuovo. Grazie, signor Presidente”.

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Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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