Siria, come può resistere un gruppo rap? Come si spiega che nel campo profughi di Yarmouk, alle porte di Damasco, in origine popolato di palestinesi e oggi diventato una delle capitali della disperazione nella Siria della guerra civile, quattro ragazzi (due fratelli palestinesi, un siriano e un algerino) ancora cantino e incidano in un piccolo studio costruito con fondi delle Nazioni Unite, mentre fuori infuria il massacro?
Il gruppo di chiama Refugees of Rap (I rifugiati del rap) e allinea Yaser e Mohamed Jamous, Ahmad Razzouk e Mohamed Jawad. I quattro si sono messi insieme nel 2006 e nel 2007 hanno inciso il primo album, Refugees of rap, appunto. Quel disco conteneva la canzone Palestine and the Decision che divenne rapidamente un successo in tutto il mondo arabo, con oltre mezzo milione di download.
Diventati rapidamente famosi, invitati ai festival musicali di tutto il Medio Oriente, primi musicisti non classici a potersi esibire nel Teatro dell’Opera di Damasco, i quattro ragazzi di Yarmouk hanno continuato a mettere in musica i problemi dei giovani mediorientali e nel 2010 hanno inciso un secondo album, Face to Face.
Siria, rap e polizia
A quel punto, però, la musica dei Refugees of Rap ha preso un carattere politico ancor più marcato. Se prima cantavano i problemi dei giovani arabi (disoccupazione, mancanza di prospettive…), con l’esplodere della rivolta anti-Assad nel 2011 hanno preso anche a commentare le varie manifestazioni della Primavera araba. Il che ha procurato loro anche qualche attenzione non desiderata: due dei membri del gruppo sono stati interrogati dalla polizia di Assad, il loro studio di incisione è stato saccheggiato e messo fuori uso in un misterioso raid che sapeva di intimidazione.
Con quello sono arrivati alla notorietà internazionale e alle tourneé all’estero, che non si sono interrotte nemmeno quando in Siria è scoppiata la guerra civile. Il loro terzo disco, che sta per uscire e si intitolaEra of Silence, è stato appunto registrato tra Damasco e Parigi e contiene tra le altre una canzone, Haram,che racconta la drammatica situazione umanitaria in Siria.
I Refugees of Rap, pur potendolo fare, non hanno comunque voluto lasciare la Siria. Sono rimasti a Yarmouk, a dispetto delle bombe, dei disastri e di tutta quella sofferenza che raccontano sui ritmi hip hop delle loro canzoni.