DRONI USA, LA STRAGE SILENZIOSA

Un drone Usa mentre lancia un missile.

La Cecenia, il Kosovo… I gas di Assad…  I disastri e le schifezze non mancano alla memoria di noi contemporanei. Quello che ancora ci manca  è la capacità di giudicarli secondo un metro uniforme. Prendiamo i droni, cioè gli aerei senza pilota che gli Usa impiegano con larghezza nella lotta al terrorismo e con cui qualche ora fa hanno tolto di mezzo Hakimullah Mehsud, capo dei talebani pakistani.

Un drone Usa mentre lancia un missile.

Qualche tempo fa,  un rapporto delle Nazioni Unite redatto da Ben Emmerson, un avvocato inglese specializzato in anti-terrorismo,  ha riferito che negli ultimi dieci anni i droni americani hanno ucciso 2.200 persone in Pakistan, tra le quali 400 erano “di sicuro” civili estranei alla guerriglia, e altre 200 lo erano “probabilmente”. Secondo altre fonti, i morti sarebbero 2.567 in 281 incursioni dei droni. Vi pare poco?

Nello Yemen, dove operano i temibili gruppi armati dell’Aqmi (Al Qaeda per il Maghreb islamico), nei soli primi otto mesi del 2013 ci sono stati 21 attacchi dei droni Usa, con decine di morti. Secondo Nabeel Khoury, che tra il 2004 e il 2007 fu stato capo-missione nello Yemen per il Dipartimento di Stato (cioè il ministero degli Esteri) degli Usa, “gli attacchi dei droni eliminano di sicuro qualche terrorista ma uccidono anche un gran numero di civili innocenti. Considerata la struttura tribale della popolazione yemenita, con questa strategia gli Usa generano tra 40 e 60 nuovi nemici per ogni vero militante di Al Qaeda eliminato”.

In maggio, illustrando la nuova strategia per la sicurezza nazionale, Barack Obama aveva promesso una riduzione degli attacchi di droni, da quel momento in poi riservati alle situazioni in cui il nemico fosse chiaramente identificato. In realtà gli attacchi continuano come prima e gli Usa continuano a nascondersi dietro la “sicurezza nazionale” per non comunicare ad alcuno il numero reale delle vittime dei loro attacchi, in omaggio alla convinzione che prima si spara e poi si riflette.

Questo silenzioso massacro ha ora attirato l’attenzione di due note e influenti associazioni per i diritti civili: Amnesty International e Human Rights Watch. Il rapporto di Amnesty International  si focalizza sul Pakistan, sul cui territorio i droni si sono abbattuti 374 dal 2004 a oggi. In almeno 4 di tali attacchi sono stati uccisi 30 o più civili innocenti. Human Rights Watch, invece, si occupa dello Yemen  dove i droni Usa, in cinque attacchi tra 2009 e 2012 (uno nel 2009, gli altri nel 2012), hanno ucciso 82 persone, delle quali almeno 57 erano civili.

Le due organizzazioni sono le prime ad ammettere la difficoltà nel tirare una linea netta tra guerriglieri che agiscono “in borghese” e civili. Ma la sproporzione tra gli obiettivi effettivamente colpiti e i “danni collaterali” è comunque così ampia da non poter passare inosservata.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

Altri articoli sul tema

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top