Aumento dell’Iva. Qui dovevamo arrivare e qui siamo puntualmente arrivati. D’altra parte, solo un popolo di illusi come il nostro, di gente ancora convinta che le situazioni si risolvano con il coniglio estratto dal cilindro o con l’invenzione dell’ultima ora poteva credere alle bufale sparse in campagna elettorale. Dalla destra con la stupidata dell’Imu, e dalla sinistra con le patetiche litanie sulla crescita.
Non a caso ora sulla questione dell’Iva concordano sia Epifani, segretario del Pd, sia Alfano, segretario del Pdl. In perfetta corrispondenza con la natura del Governo delle “larghe intese” che, a dispetto degli sforzi di Enrico Letta, per i partiti non è altro che una maschera posticcia sul volto della campagna elettorale permanente. Abolendo l’Imu, una tassa che è in vigore in tutti gli altri Paesi d’Europa e che era la base fondamentale del finanziamento dei Comuni, si è aperto un nuovo buco nel bilancio dello Stato e si è costretto il Governo a varare nuove tasse: imposta di bollo, Tobin Tax, accise su carburanti oli e tabacchi, incremento degli acconti Ires, Irpef e Irap, imposta sulle sigarette elettroniche . Di fatto, paghiamo più tasse di prima, grazie alle promesse elettorali di Berlusconi e alla debolezza del Pd. E intanto, Alfano ci dice che loro sono le “sentinelle antitasse”!
Com’era ovvio, fare i furbi con l’Imu (il buco lo abbiamo aperto subito, il rientro avverrà più tardi), oltre a mettere in crisi il bilancio di tutti i comuni d’Italia, ci ha scoperto su altri fronti e adesso abbiamo sforato il tetto del 3% all’incremento del deficit imposto dai trattati europei. Naturalmente c’è chi maledice l’Europa, anche se abbiamo portato a casa la pelle solo al famoso Fondo Salva Stati, quello finanziato al 27% dalla Germania della Merkel. Pazienza. Ma per rientrare nei limiti alla svelta c’è un solo sistema: aumentare l’Iva.
Questo sì che sarebbe un provvedimento iniquo, perché l’Iva colpisce alla cieca. Attacca le tasche di chi compra gioielli come quelle di chi compra solo pasta e pane. Però ci siamo ridotti a questo punto, giochicchiando con l’Imu e continuando a ignorare, per circo calcolo di bottega, la realtà della crisi globale, che era, è e resta una crisi del debito. Abbiamo speso troppo in passato e ci siamo coperti di debiti che, in questi ultimi anni, abbiamo fatto sempre più fatica a finanziare.
E perché facciamo fatica a trovare gente che ci presti denaro? Perché non siamo seri. Perché parliamo a vanvera di crescita, senza avere la minima idea di come questa crescita possa essere innescata. Perché ci definiamo “sentinelle anti tasse” mentre facciamo crescere le tasse. E perché, alla fin fine, continuiamo a spendere quasi come se niente fosse: da maggio a oggi il Governo ha dovuto reperire in tutta fretta 12 miliardi di euro per coprire gli impegni di spesa assunti nel frattempo. Tutto per correre dietro ai guai giudiziari del pregiudicato Berlusconi d un lato, e per impedire a Renzi di diventare segretario del Pd dall’altro.