Nelle stesse ore in cui i soldati egiziani sgombravano con fucili e bulldozer i “campi” allestiti dai Fratelli Musulmani e dai sostenitori di Mohammed Morsi nei quartieri di Nadha e Rabaa al-Adawiya, al Cairo, in diverse zone dell’Egitto i cristiani venivano minacciati da folle di islamisti. Sette chiese cattoliche e 15 edifici religiosi della Chiesa copto e delle Chiese protestanti erano colpite e danneggiate nella stessa capitale e in località dell’Alto Egitto.
Non si tratta certo di una novità, nella storia travagliatissima di questa Primavera egiziana. Il crescendo della tensione politica è sempre stato accompagnato da violenze a carattere religioso, anche nelle ultime settimane: in luglio un sacerdote copto, padre Mina Abboud Haroan, era stato assassinato nel Sinai; in maggio, un’altra ondata di assalti alle chiese si era scatenata nel Paese.
La minaccia è arrivata a sfiorare anche il “papa copto”, sua beatitudine Tawadros II, colpevole agli occhi degli estremisti islamici di aver mostrato il proprio consenso alla deposizione del presidente Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani, da parte dei generali. Il 3 luglio, quando appunto Morsi fu confinato agli arresti domiciliari, Tawadros II disse apertamente che “il programma esposto dal generale (Abdel Fattah al Sissi, il capo dell’esercito) è portato avanti da persone che hanno a cuore le sorti del Paese”.
Anche padre Rafik Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, in un’intervista ad Asia News aveva in quei giorni dichiarato che “… quanto sta accadendo in Egitto non è un colpo di Stato. L’esercito ha scelto di proteggere una rivoluzione pacifica organizzata dai giovani egiziani e seguita da milioni di persone in tutto il Paese”. Posizioni perfettamente corrispondenti, nella sostanza se non nei toni, a quelle di Aehmd al Tayeb, grande imam della moschea di Al Azhar. Non a caso i tre esponenti religiosi nei primi giorni di luglio avevano emesso una dichiarazione comune in cui invitavano “i protagonisti delle manifestazioni ad accogliere e accettare i Fratelli Musulmani, soprattutto i giovani, che in questi anni hanno subito un vero lavaggio del cervello da parte delle loro guide”.
Queste posizioni sono valse i recenti attacchi alle chiese di ogni fede, e al papa copto una serie di ingiurie e minacce. Tanto che Tawadros II, che ogni mercoledì si recava nella cattedrale di San Marco, al Cairo, per incontrare i fedeli e predicare, ha dovuto spostare i suoi appuntamenti settimanali in un convento fuori città, più facile da sorvegliare.