BARACK OBAMA, IL GRANDE BLUFF (2)

Barack Obama.

 E Guantanamo? Lo chiuderemo, proclamava il candidato nel 2008. Non possiamo, ammette sconsolato il Presidente nel 2013. Intanto il super carcere resta là, sotto il sole di Cuba, con 122 detenuti che nessuno sa processare (perché per la giustizia Usa non sono prigionieri di guerra né delinquenti comuni), che hanno confessato tutto il confessabile e anche oltre, e che comunque costano 250 milioni di dollari l’anno solo in manutenzione del campo.


Barack Obama.

E i droni? Gli Usa se ne sono serviti per anni in piena libertà, anche sul territorio di Paesi amici come l’Afghanistan e il Pakistan, ritenendoli indispensabili nella caccia ai terroristi. Con innumerevoli vittime civili, però: ultimi i 15 bambini uccisi per sbaglio in Afghanistan due settimane fa. Nel suo recente discorso sulla sicurezza nazionale Obama, che aveva promesso di interromperne i voli, è ripiegato su un più comodo “li useremo solo quando vi sarà la quasi certezza che il bersaglio sono i terroristi”.

Veniamo ai giorni nostri. Se l’attuale presidente Usa fosse George Bush, che cosa sentiremmo dire dopo aver scoperto che l’Agenzia delle entrate (il fisco, insomma) faceva controlli a tappeto sui suoi avversari politici? Peste e corna, ovvio. Però è proprio quanto è avvenuto sotto Obama, e al centro di quelle pratiche vagamente persecutorie c’erano i Tea party, ovvero i suoi più tenaci oppositori. E se non si trattasse di Obama, che cosa diremmo del fatto che la National Security Agency (l’ente preposto a garantire sicurezza nazionale degli Usa) spia regolarmente milioni di cittadini americani, legge la loro posta, intercetta le loro telefonate, controlla i loro spostamenti e i loro rapporti? E che altrettanto fa con decine e decine di milioni di cittadini italiani, tedeschi (obiettivo privilegiato, pare), francesi, australiani ecc. ecc.?

E’ la lotta al terrorismo, dicono dalle parti della Casa Bianca. Sarà. Ma il Patriot Act, la legge pro-spioni fatta approvare da Bush nel 2001, dopo gli attentati alle Torri Gemelle, è vecchia appunto di 12 anni. Siamo rimasti, quanto a terrorismo, allo stesso punto di allora? No, lo stesso Obama, di nuovo nel recente discorso sulla sicurezza nazionale, ha detto che sono stati fatti grandi progressi e che Al Qaeda non è più in grado di nuocere agli Usa e ai Paesi loro alleati. E dunque? Inoltre: perché il Paese più spiato dalla Nsa è la Germania e non, per esempio, l’Arabia Saudita, finanziatrice di quasi tutti gli estremismi islamici (per primi, ai tempi, i talebani) di cui si abbia notizia? Forse perché non di lotta al terrorismo si tratta, ma di un più prosaico e importante spionaggio politico ed economico?

Il problema è sempre quello. Essere abbastanza onesti da confessare che da Obama ci aspettavamo di più, molto di più. E che forse, dietro tutto quel carisma, si nasconde un grande bluff.

(2. fine)

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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