PACEM IN TERRIS, ERA TUTTO VERO

Papa Giovanni XXIII nel suo studio.

11 aprile 1961, cinquant’anni fa. Papa Giovanni XXIII, appena due mesi prima di morire, pubblica la sua ottava e ultima enciclica: Pacem in Terris. Quello è il mondo della Guerra Fredda e dell’incubo nucleare, un mondo dove anche chi  fa la guerra da posizioni di forza, come gli Usa in Viet Nam, teme a propria volta di essere annichilito. Così l’enciclica giovannea viene accolta con entusiasmo, dall’Urss di Nikita Chruscev (che quattro mesi dopo farà costruire il Muro di Berlino) agli Usa di John Fitzgerald Kennedy fino all’Onu.

Papa Giovanni XXIII nel suo studio.

I leader politici dell’epoca si appassionarono all’enciclica, perché videro in essa soprattutto un generoso monito, un magnifico auspicio. Ma la Pacem in Terris era già allora, ed è ancor più oggi, uno straordinario programma d’azione. Lo dimostra, oltre al resto, anche un libro provocatorio da poco uscito in Italia per Mondadori. L’ha scritto Steven Pirker ed è basato su una domanda provocatoria: e se la pace fosse già arrivata? E se questo fosse il mondo più pacifico da quando l’umanità ha cominciato ad agire sulla faccia della Terra? Per dirla con l’autore: “Ci crediate o no, e so che la maggior parte di voi non ci crede, nel lungo periodo la violenza è diminuita e oggi viviamo probabilmente nell’era più pacifica della storia della nostra specie”.

Lo studio di Steve Pinker, docente al Massachusetts Institute of Technology, s’intitola Il declino della violenza, ed è interamente dedicato a quella convinzione. Quasi mille pagine, ma ricchissime di dati ed esempi concreti, per dimostrare che i peggiori istinti dell’uomo sono andati pian piano spegnendosi. Sapevate che nel Medioevo il tasso di omicidi era trenta volte più alto di quello delle peggiori società odierne? E che, fatta la proporzione con il numero di esseri umani viventi nelle diverse epoche, le guerre tra le antiche tribù fecero più morti delle guerre mondiali del Novecento con allegato stalinismo?

Allo stesso modo: chi ha in mente le recenti, spaventose stragi di civili in Africa, forse non sa che anche più spaventose furono le sofferenze  dei civili durante la guerra di Secessione in America o durante le guerre di religione nell’Europa tardo-medievale.

Ammesso che tutto ciò sia vero, e certo Pinker fa di tutto per dimostrarlo, a che cosa possiamo attribuire il merito? La risposta è: alle istanze di civiltà che pian piano si sono scavate un posto nella coscienza degli uomini e nella struttura degli Stati. In altre parole, a quel “Dovere di promuovere i diritti della persona” che risuona alto e forte nella Pacem in Terris e a quel corretto rapporto tra “Compiti dei doveri pubblici e diritti e doveri della persona” (capitolo 36) che nella stessa enciclica viene disegnato come essenziale all’armonico sviluppo e progesso dell’umanità.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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