“Il 12 dicembre il Papa ha fatto un passo verso la modernità mettendosi a twittare, peccato che il giorno dopo sia tornato al medioevo più buio, benedicendo in Vaticano Rebecca Kadaga, promotrice ugandese della pena di morte nei confronti dei gay del suo paese. La ciliegina sulla torta è arrivata oggi, quando ha affermato che le nozze gay siano “un’offesa alla persona, una ferita alla pace”. Io davvero sono basita e, sebbene cattolica, mi sento lontana anni luce dal pensiero del papa, non capisco come l’ affermazione di un legittimo diritto di una minoranza possa essere offensivo nei confronti della famiglia tradizionale”.
Papa Benedetto XVI.
Questo commento, che qui riproduco alla lettera, è arrivato sul sito Famigliacristiana.it a firma Stregatta. Ed è assai indicativo del livello di malcostume raggiunto da una certa stampa che, con la pretesa di essere interprete unica della modernità e della laicità, spaccia caterve di balle ai lettori più ingenui e disinformati. Stregatta aveva mandato anche un altro post, in cui sfidava i giornalisti di Famiglia Cristiana a commentare la presunta benedizione di Rebecca Kagada, speaker del parlamento dell’Uganda, da parte di Benedetto XVI. A Stregatta, su Famigliacristiana.it, ho risposto così.
Cara Stregatta,
essere cattolici, come Lei si dichiara, non esime dall’informarsi meglio quando si vogliano criticare affermazioni o azioni vere o presunte di chicchessìa, Benedetto XVI ovviamente compreso. I suoi post riprendevano infatti pari pari, senza alcuno sforzo di verifica, una serie di stupidaggini propalate dai soliti giornali che da molto tempo conducono una becera campagna contro la Chiesa cattolica, quella sì degna dei tempi più bui della nostra storia.
Mi consenta una breve digressione. Ricorda quando certi giornali ci spiegarono, con abbondante uso di fonti anonime, che padre Georg Gänswein, segretario privato di papa Benedetto XVI, fosse stato gravemente compromesso dallo scandalo Vatileaks? Bene. Ora padre Georg è diventato prefetto della Casa Pontificia e arcivescovo, alla faccia della compromissione. Troverà Lei una qualche ammissione di errore sui giornali? No di certo. Nè la troverà sulla caterva di sciocchezze dedicate al tema “Chiesa e Ici” o “Chiesa e Imu”, sulla base del falso assunto che “la Chiesa non paga le tasse”.
E non la troverà nemmeno sulle due fanfaluche che Lei ha preso per buone a proposito dei gay e della Kagada. Intendiamoci: Lei non è certo l’unica, ieri la Rete era piena di queste bufale. Perché, cara Stregatta, nel messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Pace non v’è traccia dell’affermazione che Lei cita tra virgolette e che tanto la scandalizza (le nozze gay come offesa alla pace): niente, nulla, zero, nada de nada. Può verificare di persona, perché il testo del Messaggio è da ieri facilmente rintracciabile sul sito del Vaticano, www.vatican.va.
E allo stesso modo non è vero che Benedetto XVI ha “benedetto” Rebecca Kagada, speaker del Parlamento dell’Uganda. Il Papa ha incontrato la Kagada, che guidava una folta delegazione di parlamentari e magistrati dell’Uganda giunta a Roma per partecipare alla Settima Assemblea dei Parlamentari della Corte Internazionale dei Crimini e alla Conferenza Mondiale dei Parlamentari per i Diritti Umani, al termine di una funzione religiosa cui hanno partecipato migliaia di altri pellegrini. Un saluto, nessuna benedizione, come capita in questi casi alle delegazioni ufficiali di un certo rilievo.
Solo una congrega di falsari dell’informazione poteva mettere insieme, per vendere qualche copia in più, la bugia delle “nozze gay ferita alla pace” con la “benedizione alla Kagada”. Solo un pubblico prevenuto poteva prenderle per buone. E, mi perdoni, solo dei cattolici molto ingenui potevano prenderle per buone.
A completamento di questa nota, aggiungo che:
1. la legge contro gli omosessuali in discussione in Uganda (dove l’omosessualità è già reato) NON prevede più la pena di morte, che era invece prevista in una stesura precedente nel caso di rapporti sessuali tra omosessuali HIV-positivi e di rapporti tra omosessuali con minori o disabili. Il che non toglie, ovviamente, che la legge in discussione sia comunque inaccettabile.
2. Rebecca Kagada, che pure si è detta a favore della legge, NON è la promotrice del provvedimento, che è stato invece avanzato dal parlamentare ugandese David Bahati.
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