OBAMA NON E’ IL PRESIDENTE DEI BIANCHI

Barack Obama durante le festa per la vittoria a Chicago.

Dunque aveva ragione Paul Krugman. Il premio Nobel per l’Economia (2008) nonché editorialista del New York Times, il 3 novembre si era sbilanciato con un articolo intitolato “Reporting that makes you stupid” (Giornalismo che ti rende stupido) per dire che  la corsa tra Obama e Romney non era affatto un testa a testa e che il Presidente in carica avrebbe vinto largamente.

Barack Obama durante le festa per la vittoria a Chicago.

Cioé: mentre tutti gli analisti politici e gli istituti di ricerca parlavano di scarto ridotto, arrivando persino a pronosticare un possibile pareggio, Krugman, da solo, diceva esattamente l’opposto. Diceva: “Loro (i responsabili della campagna di Romney, n.d.r) sanno che ci vorrà un miracolo”. E ha avuto ragione lui: Obama ha vinto con 332 grandi elettori contro i 206 di Romney. Per dare un’idea: nel 2004 George Bush sconfisse John Kerry 286 a 252 e si parlò di una netta sconfitta di Kerry. Nel 2008 Obama vinse contro McCain con 365 grandi elettori contro 176, ma fu giudicata una vittoria a valanga, un evento abbastanza fenomenale.

Vale la pena notare che in tutti i casi elettorali fin qui citati, senza eccezione, la stampa continuò a parlare fino all’ultimo di competizione incerta, di lotta all’ultimo voto, di pronostici difficili. Nel 2008 scrissi in questo blog che Obama non avrebbe vinto a causa del colore della sua pelle. Sbagliai di grosso sul risultato finale, chiaro. Non sulla considerazione, però: nel 2008, Obama ottenne la maggioranza dei voti degli elettori bianchi  solo in 17 dei 52 Stati americani. E tra quei 17 c’erano Stati di scarso “peso” elettorale come Hawaii, Maine, Distretto di Columbia, Rhode Island, Vermont. Nel Sud, poi, l’incidenza del fattore razziale ebbe punte pazzesche: solo l’11% dei voti bianchi per Obama nel Mississippi, il 10% in Alabama, il 14% in Louisiana.

Anche quest’anno Obama è stato respinto dall’elettorato bianco. Come rilevato dall’autorevole Pew Research Center di Washington, solo il 39% degli elettori bianchi ha votato per lui su scala nazionale, contro il 59% ottenuto da Romney. Il che vuol dire che il fattore razziale è ancora molto, molto importante. E che in nome suo, molti elettori democratici, come già nel 2008, hanno preferito non votare o votare Romney piuttosto che votare un afroamericano. Ancora una volta Obama è il presidente delle minoranze: latini, afroamericani, asiatici. Il che complica la vita a lui ma esalta le straordinarie attitudini al cambiamento che gli Usa sempre dimostrano nei momenti difficili.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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