LONDRA-WALL STREET, BANCHE IN GUERRA

Una filiale della Standar Chartered.

Le molte brave persone che attribuiscono all’euro la paternità di tutti i nostri mali dovrebbero dare un’occhiata al caso della Standard Chartered, il colosso bancario inglese che ha 80 mila dipendenti e opera in 70 Paesi fornendo servizi finanziari a privati, imprese e Governi. con grande scandalo degli inglesi, la banca è finita sotto accusa a New York: le imputano di aver violato l’embargo contro l’Iran, realizzando con Teheran, tra il 2001 e il 2007, operazioni che avrebbero consentito agli ayatollah di “lavare” circa 250 miliardi di dollari.

Una filiale della Standar Chartered.

E’ possibile che gli americani approfittino dell”occasione per dare uno schiaffone a Londra, l’unica piazza finanziaria capace di rivaleggiare con Wall Street. Ma se le accuse saranno provate, la Standard Chartered potrebbe vedersi ritirata la licenza a operare negli Usa (oltre a beccarsi una multa di 700 milioni di dollari), con danni colossali per una banca che fa delle attività internazionali il proprio punto forte.

Il sistema bancario americano,  dal caso Lehman Brothers in poi, ha perso il diritto di fare prediche. Ma restiamo agli inglesi. E’ di qualche settimana fa lo scandalo della Barclays Bank, con relative dimissioni dell’amministratore delegato Bob Diamond, per aver illecitamente manipolato i tassi Libor (cioè i tassi di riferimento europeo al quale le banche si prestano denaro tra loro) nel periodo 2005-2009, quello della massima crisi economica. Il Libor è un indice del costo del denaro a breve termine che viene adoperato per calcolare i tassi d’interesse di molte operazioni finanziarie. Il che significa che la banca ha scaricato sul mercato valutazioni “taroccate” per accrescere i propri margini di guadagno. Per togliersi dagli impicci Barclays ha patteggiato una multa da 290 milioni di sterline.

Ancora a proposito della finanza del Regno Unito: meno di un mese fa, i dirigenti della banca HSBC si sono dovuti presentare davanti a una commissione d’inchiesta del Senato Usa e scusarsi per non aver controllato le attività delle filiali. Un rapporto americano, infatti, accusava la banca di aver fatto affari con i narcos messicani e con il solito Iran sotto embargo. “Dal 2001 al 2007”, ha detto il senatore Levin, capo della commissione, “le filiali statunitensi dell’HSBC hanno fatto circa 25 mila operazioni con l’Iran, transazioni per un valore di 19 miliardi di dollari”. Ci sarebbero anche strani rapporti con una banca dell’Arabia Saudita sospettata di finanziare Al Qaeda, ma mica staremo a spaccare il capello.

Che il Governo inglese s’indigni per tutte queste accuse è normale: la finanza contribuisce per il 10% al Prodotto interno lordo della Gran Bretagna, è una specie di gallina dalle uova d’oro. Non capire che l’euro serve, tra le tante altre cose, anche a metterci in sicurezza rispetto alle rapacità della finanza globalizzata e alla sua gran passione per il denaro purchessia, è invece un grosso segno di ingenuità. E dire che basterebbe leggere i giornali…

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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