Polk, il sito specializzato nell’analisi degli andamenti dell’industria dell’automobile, spezza una lancia a favore di Sergio Marchionne, della Fiat e dei risultati ottenuti dalla 500 sul mercato americano. L’amministratore delegato di Fiat e Chrysler aveva pronosticato (promesso? annunciato? sperato?) il raggiungimento di quota 50 mila nelle vendite della 500 negli Usa durante il 2011. Purtroppo ci si è fermati assai lontano da quella cifra: le 500 consegnate, da marzo a dicembre, cioè da quando il modello è stato presentato alla fine dell’anno, sono state “solo” 17,945, pari a un modestissimo 4% del segmento (non-luxury subcompact car) di appartenenza. Molto sotto, ricorda con perfidia nazionalista Polk, i risultati ottenuti da tutti gli altri modelli Chrysler.
Il segreto, però, sta nelle virgolette messe prima e dopo la parola “solo”. Perché la 500, proprio in quel segmento, è l’unica vettura a due porte in un mare di vetture a quattro porte. Se uno andasse ad analizzare solo il mercato delle due porte, scoprirebbe che la Fiat 500 controlla il 25,7% del settore, subito dopo la Mini Cooper ma prima della Accent e della Yaris. Un punto di vista che ribalta il giudizio perché, sottolinea Polk, sarebbe una vera manna per Chrysler se tutti i suoi modelli avessero il 25% del proprio mercato.
Marchionne, dunque, è rimandato al 2013. Al momento, insomma in cui Fiat metterà sul mercato Usa la 500 a quattro porte che, secondo gli esperti, aumenterà la sua attrattiva sugli automobilisti americani. Se la quota di mercato ottenuta tra le due porte sarà mantenuta anche tra e quattro porte, calcolano gli esperti, la Fiat 500 sarà venduta in oltre 120 mila esemplari.