CHIESA E AMERICA LATINA, UNA SFIDA

E’ stato sottolineato, e lo sarà ancora, il carattere per molti versi eccezionale della liturgia, organizzata per domani pomeriggio in San Pietro dalla Pontificia commissione per l’America Latina, con cui Benedetto XVI celebrerà, a un tempo, la festività della Vergine di Guadalupe e i duecento anni dell’indipendenza dei Paesi latinoamericani, che si realizzò appunto tra il 1808 e il 1824 con una serie di processi di emancipazione nazionale. La Messa papale, però, sarà memorabile anche per un’altra ragione, solo apparentemente “mondana”: perché arriva a sottolineare e accompagnare il momento assai particolare e importante del continente in cui vive più del 40% di tutti i cattolici.

L’America Latina ha affrontato la grande crisi economica globale con l’impegno fiducioso del protagonista uscito da un decennio quasi ininterrotto di sviluppo. Nel 2010, Paesi come Brasile, Perù, Uruguay, Bolivia, Cile, Panama e Argentina sono cresciuti a un ritmo che va dal 4 al 5,5%. Anche Messico, Repubblica Domenicana e Costa Rica hanno ottenuto incrementi sopra il 3%, rispetto all’1% dell’Europa e al 3% scarso degli Usa.

Questi e altri risultati hanno ovviamente rafforzato lo spirito del continente, ma lo hanno anche profondamente cambiato. E in meglio. Intanto, da vittima a protagonista, da terra di poveri condannati all’antagonismo o alla rivoluzione a insieme di Paesi orgogliosi e soddisfatti di sé, da parente umiliato e rancoroso del continente nordamericano a partner disinibito e privo di complessi. Per tentare una sintesi estrema: da Castro a Lula.

E poi l’altro decisivo mutamento: i Paesi dell’America Latina hanno avviato una lunga, faticosa eppure esaltante ricerca dei tratti che li rendono simili, forse fratelli, e non più rivali nella frustrazione com’è stato per lunghissimo tempo. L’esempio più evidente è stata la creazione del Celac (Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici) e, forse ancor più, l’averne affidato la presidenza congiunta al populista venezuelano Hugo Chavez e al conservatore cileno Miguel Sebastian Pinera. I due opposti dello spettro politico, segno evidente che a tenerli insieme non è più la mera politica o il solo interesse economico ma una categoria più alta, che li supera entrambi.

In questo mutamento, sociale, culturale e spirituale allo stesso tempo, la Chiesa cattolica può essere un fattore decisivo. Lo è già, nei fatti, visto che in essa si riconosce il 70% dei sudamericani. Ma due sfide ulteriori sono ormai prossime. La prima è iniettare nel processo di cambiamento quel rispetto dell’uomo e della giustizia senza i quali non esiste vero e duraturo progresso. L’idolo del puro benessere ha già fatto troppi danni, in Asia, in Africa e anche in Europa, per essere lasciato libero di agire anche altrove.

L’altra sfida, tipica di tutte le società afflitte da improvvisa per quanto meritata ricchezza, è quella della laicizzazione. Anche qui, l’abbiamo vista colpire duro, nel Nord Europa come in Russia o nei Paesi più di recente entrati nell’ambito europeo. L’America Latina ha fatto molta strada in salita e, per fortuna, non troppa in discesa, anche se molti pronosticavano un massiccio distacco dal cattolicesimo che non si è poi verificato. Ma qualche segnale è pure arrivato: l’Argentina e la Colombia hanno legalizzato il matrimonio omosessuale, analoga richiesta è pendente presso la Corte Suprema del Brasile e la pratica è accettata a Città del Messico.

E’ un momento complesso ed esaltante, dunque, a cui bisogna partecipare. E l’intuizione della messa che lunedì sarà celebrata lascia intuire il solito sguardo lungo e preveggente di Benedetto XVI sui grandi cambiamenti del mondo.

Pubblicato su Avvenire dell’11 dicembre 2011

 

 

 

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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