Qualche giorno fa gli economisti americani Thomas Sargent, 68 anni, e Christopher Sims, 69 anni, hanno ricevuto il premio Nobel per l’Economia per i loro studi sulla relazione tra le politiche di bilancio e i cicli economici. Cioè, se ho capito bene, sull’influenza delle politiche governative sull’andamento dell’economia.
Intervistati, i due offerto alla stampa i loro commenti, per lo più di circostanza. Mi ha colpito, però, una cosa detta da Sims. Alla domanda: che cosa dovrebbe fare un risparmiatore con i suoi soldi in questo caos finanziario globale, ha risposto: “”Probabilmente li lascerei liquidi per un po’, e poi vedrei”. Opinione definita di buon senso dalla maggior parte dei commentatori.
Ora succede questo: tenere i soldi liquidi e aspettare è proprio ciò che stanno facendo non solo milioni di piccoli risparmiatori ma anche i grandi e grandissimi investitori istituzionali. E tutti, proprio per questo, gridano al disastro. Le banche centrali dei Paesi emergenti (Brasile, Cina, ecc. ecc.), informa il sole 24 Ore, hanno drasticamente ridotto gli investimenti in euro: tra il 1999 e il 2008 la moneta europea raccoglieva il 29% dei loro investimenti, ora siamo al 17%. I Fondi “made in Usa”, poi, avrebbero ridotto di 700 milioni di dollari i prestiti alle banche europee, seguendo il buon consiglio della Federal Reserve (la banca centrale Usa).
E’ il famoso credit crunch (contrazione del credito), applicato però non al signor Rossi che chiede un mutuo ma direttamente alle banche che dovrebbero concederglielo. Gli analisti del Sole descrivono così la situazione: “Banche, società private e anche le istituzioni sono in tutto il mondo concentrate su un obiettivo preciso: tenere in patria e in bilancio più denaro liquido possibile”. Non fanno esattamente ciò che il Nobel Sims consiglia ai privati? Tenersi il denaro liquido e aspettare?
Ma se i piccoli smettono di investire e di spendere, tutto si ferma. Detto in soldoni: i negozi e le aziende non vendono quindi non lavorano, l’occupazione cala, la popolazione si impoverisce. E se lo fanno i grandi? Anche. Infatti le banche italiane, per sventare il rischio di restare senza liquidi, hanno chiesto denaro fresco alla Banca centrale europea: 104 miliardi di euro a settembre, 85 ad agosto, 41 a giugno e 31 a maggio. Sempre di più, come si vede, di mese in mese, proprio perché gli altri finanziatori preferiscono tenersi i quattrini e aspettare.
Per concludere: Sims è un premio Nobel, nonché docente a Princeton, mica voglio fare lezioni. Però quel consiglio del neo-premiato mi è rimasto sul gozzo.