INDIGNADOS: VIOLENZE SOLO IN ITALIA

Al di là delle condanne, giuste ma anche scontate, e delle inevitabili speculazioni di parte, i fatti di Roma e le violenze che hanno intimidito la città e rovinato il senso della manifestazione impongono soprattutto una domanda: perché gli indignados hanno potuto manifestare pacificamente in 951 città di 82 Paesi, da Israele al Messico, dal Giappone alla Gran Bretagna, ma non in Italia?

Non regge, quindi, il ricorrente richiamo alle violenze consumate al G8 di Genova nel luglio 2001. Non alla lettera, almeno: perché molti altri G8 (negli Usa a Seattle, a Praga nella Repubblica Ceca, a Gleneagles in Scozia, in Canada… ) sono stati disturbati da proteste, scontri ed episodi di guerriglia urbana, mentre le manifestazioni degli indignados sono state sempre, o quasi sempre, del tutto pacifiche. E se proprio si vuol continuare sulla strada di quel paragone, bisogna piuttosto chiedersi perché il nostro G8 sia stato più funesto degli altri (anche per quel che successe dopo, nelle caserme della polizia), e quindi se questi “incidenti” si perpetuano perché la nostra gestione dell’ordine pubblico è meno professionale o piuttosto perché i famigerati black bloc si accaniscono sull’Italia più che su qualsiasi altro Paese.

Resta il fatto, evidente, che le violenze di Roma hanno del tutto oscurato le sacrosante ragioni della pur imponente manifestazione pacifica (che aveva peraltro respinto qualunque sponsorizzazione politica) e fatto un gran favore al Governo, che ora avrà modo di vellicare gli istinti del proprio elettorato con la frusta litania del “legge e ordine”, facendo dimenticare almeno per un po’ di giorni il triste spettacolo di divisioni e ricatti, l’inazione di fronte alla crisi economica, i pasticci in cui s’infila di ora in ora (ultimo quello, grottesco, dei buoni pasto degli statali aboliti e restituiti in poche ore), il piano per lo sviluppo rinviato di settimana in settimana, le disperate promesse di condono fiscale ed edilizio.

La tensione intorno alla manifestazione di Roma era già alta alla vigilia. Sarebbe dunque ora che le famose polizie europee si dessero un po’ da fare intorno ai black bloc, che risultano puntuali ai grandi appuntamenti e sempre organizzatissimi. Dopo tutto, il termine black bloc (anzi, Schwarzer Blok) fu coniato in Germania nei primi anni Ottanta, durante le grandi manifestazioni contro il nucleare, non siamo di fronte a un fenomeno improvviso o nato ieri. Certo, prendere a calci nel sedere gli immigrati è più comodo. Indagare sui violenti nostrani, e magari anche su chi li paga, risulta più difficile. Volendo, anche più utile.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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3 Commenti

  1. Enrico Usvelli said:

    Abbiamo messo in galera i terroristi e i mafiosi più pericolosi e sanguinari e non riusciamo a sapere nulla di questi black bloc a parte qualche generico ‘vengono dai centri sociali’.
    Possono esserci solo due possibilità.
    La prima: sono extraterrestri, arrivano con le loro astronavi invisibili ai nostri radar, si scontrano con la polizia e ripartono.
    La seconda: godono di protezioni molto in alto e non esattamente a sinistra.
    Come scrivi tu non possiamo dimenticare l’utilità di questa marmaglia: quando ci sono proteste e cortei e intervengono i black bloc si finisce per parlare solo della violenza e si dimenticano le sacrosante ragioni di migliaia e migliaia di persone pacifiche. Vedi il corteo di Roma ma vedi anche la Val di Susa.
    Troppo comodo (per qualcuno) per essere casuale.

  2. fabio cangiotti said:

    I black bloc e le violenze di Roma fanno così comodo al governo? forse, perché no; in politica si cerca sempre di cavlcare ciò che succede, resta peraltro la gravità delle violenze, premeditate e organizzate. Ci sono mandanti nel centrodestra, come ipotizza Usvelli? Mi sembra che siamo in piena dietrologia gratuita. Anche perché è assai probabile invece una attiguità ideologica e forse organizzativa con l’estremismo di sinistra e i centri sociali. Importante è che la sinistra parlamentare abbia rinnegato quei gesti e quei criminali. Diversamente dal G8, quando il povero Giuliani fu improvvidamente santificato. Tra l’altro ho avuto l’impressione che da allora i poliziotti non sappiano più bene cosa fare, e preferiscano prendere botte piuttosto che essere criminalizzati se ne danno. Inoltre esiste come ipotizza Fulvio anche un problema di organizzazione, esemplare al proposito un articolo sulla Stampa di oggi su come all’estero si affrontano queste situazioni. Siccome quelli sono di sicuro tutti figli di papà, i pochi arrestati verranno liberati dopo qualche piagnisteo, altro che da tre a quindici anni…
    Io dico che bisognerebbe colpire le tasche di costoro e delle loro famiglie per vederli sparire dalla circolazione, altro che galera…

  3. Fulvio Scaglione said:

    Caro Enrico e caro Fabio,

    anch’io, a essere onesto, non riesco a vedere nei disordini di Roma una complicità del Governo. Non del nostro, almeno, perché resta comunque un mistero come questi black bloc possano muoversi e organizzarsi con tanta sapienza tattica dopo tutti i misfatti che realizzano da almeno un paio di decenni.
    Ciao a tutti

    Fulvio

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