CINA: CACCIA ALL’AUTOMOBILISTA (2)

(continua) – E così via, per tutta la Cina, in una battaglia contro il trasporto privato che non conosce sosta ma che ha prospettive incerte. Il sempre più frenetico uso dell’automobile è collegato a un processo che, al momento, pare irreversibile: la concentrazione delle industrie in aree ben precise e la conseguente urbanizzazione della popolazione. Nel 1990 il 74% dei cinesi risiedeva in zone rurali; nel 2001 la percentuale era già scesa al 64%; per il 2035, predicono gli esperti, la proporzione sarà rovesciata e il 70% della popolazione vivrà in aree urbane. Nei prossimi quindici anni, insomma, circa 400 milioni di cinesi lasceranno le campagne per andare a vivere in città. Molti di loro prima o poi compreranno un’automobile e…

Gli accenti ormai drammatici dati al problema dalle autorità stesse si spiegano anche con le crescenti aspettative di vita di una parte sempre più consistente della popolazione. Oggi ci sono in Cina 18 veicoli privati ogni mille abitanti, più o meno il livello nel 1920 degli Usa che oggi, invece, hanno 740 veicoli privati ogni mille abitanti. Ma la tendenza alla crescita, spinta dal maggiore benessere, è fortissima. La Cina è oggi il primo mercato per colossi dell’auto come Volkswagen o General Motors, il secondo mercato per Bmw, e le previsioni annunciano 146 milioni di automobili entro il 2020, dai 36 attuali. Che fare? Certo non basterà mettere i bastoni tra le ruote degli automobilisti per affrontare il problema…

Sono temi che Lee Schipper, docente all’Università di Berkeley (California) e direttore del Centro per il Trasporto e l’Ambiente di Washington conosce bene. Li ha studiati sul posto e la sua ricetta dice: pedaggi sulle strade più battute, aumento del prezzo della benzina, uso dei trasporti pubblici e promozione delle auto ibride o elettriche.

Tutto molto ragionevole ma non facilissimo da realizzare. La Cina ha costruito molte autostrade (il numero dei chilometri è quadruplicato tra il 2000 e il 2010 e nei prossimi due-tre anni il Paese dovrebbe superare gli Usa per ampiezza della rete autostradale) ma già nel 2008 il costo dei pedaggi aveva raggiunto quello praticato negli Usa, dove il Prodotto interno lordo per persona è 15 volte maggiore. Il prezzo elevato delle autostrade, tra l’altro, è una delle ragioni che spinge il traffico verso le strade secondarie, con relativi ingorghi. Anche perché il sistema ferroviario cinese è vasto e articolato ma gran parte del trasporto merci ancora si svolge su gomma.

Più che dai divieti, che possono rinviare ma non risolvere il problema, la speranza viene dall’innovazione tecnologica. Sono ormai diffusissimi in tutte le città gli scooter elettrici, che costano poco (meno di 200 euro), non richiedono patente, sono quasi liberi da tasse (al contrario delle moto a  benzina o miscela) e spesso si possono ricaricare con comodo nel cortile del condominio, grazie a speciali “prese” che i costruttori sono tenuti a fornire. Una previsione pare scontata: la Cina diventerà il primo produttore mondiale di auto elettriche.

(2. fine)

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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