OSLO, IL KILLER NUTRITO DALLA DESTRA

Ora che la “pista islamica”, su cui siamo stati tutti fin troppo pronti a puntare, si è dissolta, l’orribile strage di Oslo (almeno 90 morti, e una ventina di feriti in punto di morte) verrà con ogni probabilità derubricata al rango del gesto imprevedibile di un folle, tale Anders Behring Breivik, 32 anni, definito “cristiano fondamentalista” in mancanza di meglio, qualunque cosa ciò voglia dire.

Oslo, i primi soccorsi alle vittime della strage.

E’ innegabile che un uomo giovane che raduna decine di ragazzi impegnati in un convegno e poi spara loro addosso, a freddo e senza pietà, sia affetto da follia. Ma altrettanto innegabile è che questa strage affonda almeno in parte le radici nella rinascita di ideologie di destra, quasi sempre razziste quando non fasciste o addirittura filo-naziste, che tocca l’Europa intera e quindi anche la Norvegia.

Nell’autunno del 2009 le elezioni politiche, a Oslo e dintorni, sono state dominate dal dibattito sulla cosiddetta “immigrazione islamica”. La percentuale di musulmani sulla popolazione totale è assai ridotta (tra il 2,5 e il 3%), i musulmani sono in gran parte concentrati nella capitale Oslo e provengono quasi tutti da soli tre Paesi, Pakistan, Iraq e Somalia, quindi sono in alta percentuale dei rifugiati o dei richiedenti asilo.

Nonostante questo, il tema è stato al centro del dibattito politico e il Progress Party di Siv Jensen, proprio sfruttando la tensione anti-immigrati, ha conquistato 3 seggi in più in Parlamento. I laburisti di Jens Stoltenberg, poi riconfermato primo ministro, hanno reagito con una campagna all’insegan della tradizionale tolleranza e apertura della società norvegese, ma il loro vantaggio in Parlamento si è drasticamente ridotto.

Anders Behring Breivik, 32 anni, l'autore della strage di Oslo.

Un recente sondaggio Gallup, inoltre, ha mostrato che quasi il 54% dei norvegesi gradirebbe il blocco dell’immigrazione (era meno del 49% nel 2005) e che il 48,7% considera l’integrazione degli immigrati musulmani “molto scarsa” (nel 2005 la pensava così il 36%). Mentre molti leader della comunità islamica lamentano una diffusa xenofobia e più o meno aperte discriminazioni.

Si vedrà se la follia di Breivik si è accanita contro un raduno di giovani laburisti per caso o per un delirante ma preciso scopo “politico”. Resta il fatto che l’assassino era stato per otto anni (1997-2004) membro tesserato del movimento giovanile del Progress Party e per altri tre anni (2004-2006) del partito vero e proprio. Non fu espulso ma semplicemente smise di pagare le quote di iscrizione.

Breivik, inoltre, era un intenso frequentatore del sito norvegese di destra www.document.no e le autorità hanno ripescato diversi suoi post di carattere apertamente xenofobo. Follia, certo, ma nutrita di una precisa ideologia. Se il responsabile della strage di Oslo fosse stato un musulmano, avremmo cercato ispiratori e organizzatori nell’estremismo islamico e nella comunità islamica locale. Se l’assassino è un folle di destra e un fanatico dell’anti-islamismo, dove dovremmo cercare i suoi ispiratori?

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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4 Commenti

  1. Sandro kensan said:

    L’analisi non quadra. L’attentato con bomba o autobomba era diretto al ministro del petrolio dove gli interessi sono ben più grandi di una semplice xenofobia e che può spingere a trovare uno squilibrato per mandare un avvertimento a chi non fa scelte confacenti.

    Ricordo che il petrolio e il gas è il fondamento della nostra democrazia ed è per questo che molti paesi hanno problemi nel fare quadrare i bilanci con il petrolio a 100 (wti) -120 (brent) dollari al barile. Quando ci sono problemi finanziari la gente si arrabbia, le uniche rivoluzioni le fanno quelli con la pancia vuota, gli altri abbozzano.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Sandro,
    da quanto emerge dalle indagini, invece, pare proprio che Breivik fosse un fanatico anti-islamico ecc. ecc. Il petrolio? Non mi pare che neo suoi deliri ci fosse una critica economica di alcun tipo.
    Ciao, a presto

    Fulvio

  3. fabio cangiotti said:

    Caro Fulvio, secondo me l’analisi è corretta, nel senso che ogni terrorismo, individuale o di gruppo può esprimersi se c’è un terreno di cultura (o meglio incultura) adatto. Così quando a dominare in Europa era l’ideologia di sinistra, guarda caso il terrorismo era (non tutto ma perlo più) di sinistra. Ciò che giudico pericoloso è non fare le opportune distinzioni; oggi ho letto un articolo di Bernardo Valli su Repubblica che gira e rigira individua nella critica al multiculturalismo di leader democratici come Cameron, Merkel e Sarkosy il brodo di cultura in cui si svilupperebbero questi fanatismi. A dire il vero Valli scaglia il sasso e poi ritira parzialmente la mano, ma il senso è quello. Credo che sia una fregnaccia interessata e non una analisi seria. Per fare un paragone, i gruppuscoli degli anni 70 furono certamente figli dell’ideologia comunista, ma il PCI li combatté seriamente quando capì con chi aveva che fare, non sopportando inoltre di essere scavalcato a sinistra. Ora, che in Europa ci siano sempre stati rimasugli anche riemergenti di gruppuscoli filonazisti è un fatto. Che costoro siano incoraggiati o protetti dalle forze politiche democratiche di destra mi pare falso. Quanto all’atteggiamento nei confronti degli stranieri, credo che si parli male e si razzoli bene, in generale in Italia. Nel mio ambiente di lavoro sono impegnato quasi tutti i giorni a difendere nel mio piccolo i cinesi (non perché ci siano, solo perché ne vediamo parecchi in foto, con seguito di commenti ecc.). Da simpatizzanti della Lega? Macchè, da grillini o da sinistrini un po’ confusi. Le acque sono un po’ torbide dunque, e non sempre il sentimento verso gli stranieri dipende dalle idee di destra o sinistra, quanto da esperienze o pregiudizi personali che scavalcano queste idee più di quanto non si pensi. Almeno così mi sembra…

  4. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,
    come sempre, sono d’accordo con te… quasi 🙂 .
    Cioè, concordo a patto di intenderci. Per dire: sui rimasugli dei “gruppi filonazisti”, è vero che ci sono sempre stati ma è anche vero che non sono mai stati così”presenti” come negli ultimi anni. Credi che un decennio di bombardamento ideologico sullo “scontro di civiltà”, le Fallaci varie ecc. ecc. non abbiano influito? Per riprendere le tue parole, non credo che la destra democratica li “protegga” ma che, più o meno volontariamente, li “incoraggi” questo sì. Su certi giornali, anche italiani, i ragionamenti “alla Breivik”, appena un po’ più morbidi, li abbiamo letti per anni. Comunque, come dici tu, sugli stranieri si predica male e si razzola bene, in generale. E’ l’effetto della realtà e della necesità.
    Ciao, a presto

    fulvio

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