ITALIA, PARADISO DEL RICICLAGGIO

E’ di sicuro solo una perfido scherzo del destino. Ma i primi tre anni del quarto Governo Berlusconi hanno portato con sé, tra le tante cose, anche i seguenti fenomeni: lo scudo fiscale, la più alta evasione fiscale di sempre (49,2 miliardi di euro nel 2010, più 46% rispetto al 2009), la più alta imposizione fiscale di sempre sui redditi da lavoro (il cuneo fiscale nel nostro Paese è arrivato al 46,9%, cioè lo 0,4% in più rispetto al 2009) e un aumento esponenziale dei casi di corruzione nella Pubblica amministrazione: nel 2010 segnalati dalle forze dell’ordine 237 casi di corruzione (+30,22% rispetto al 2009; peggio di noi, nei Paesi Ue e industrializzati, fanno solo Romania, Bulgaria e Grecia), una “tassa occulta” che, secondo la Corte dei conti, ci costa almeno 50-60 miliardi l’anno.

Come se non bastasse, è arrivata la Banca d’Italia a mettere la ciliegina sulla torta di questo vorticoso giro di denaro. Illecito, reso lecito ad arte, sottratto ai cittadini attraverso il fisco o semplicemente rubato ed estorto. La ciliegina ha un titolo: La prevenzione del riciclaggio nel settore finanziario. E ha la forma di un corposo rapporto redatto da Anna Maria Tarantola, vice direttore generale della Banca. Emerge che in Italia l’industria del riciclaggio “fattura” più di 160 miliardi l’anno, pari al 10% del Pil, mentre la media mondiale è al 5% del Pil. Inutile sottolineare che, sempre per quella fatalità di cui sopra, le operazioni sospette sono passate dalle 12.500 del 2007 alle 37 mila e oltre del 2010. Per la precisione, questa è stata la progressione sul 2007: più 16% nel 2008, più 44% nel 2009, più 77% nel 2010.

Quando si parla di riciclaggio s’intende quell’insieme di operazioni per cui il denaro “sporco” diventa “pulito”, quindi impiegabile nei normali circuiti dell’economia. Per dirla con le parole della Tarantola: “Il denaro sporco è di per sé poco liquido, è spendibile senza difficoltà solo all’interno del circuito illegale. Ha dunque un potere d’acquisto solo potenziale, che il riciclaggio trasforma in effettivo”.  Perché questo avvenga, sottolinea il Rapporto di Banca d’Italia, è necessaria la collaborazione di “operatori economici operanti nei circuiti legali: banche, finanziarie, professionisti”.

Ora: forse sono solo io a pensarlo, ma queste sono proprio le categorie più beneficiate dal famoso scudo fiscale, vanto e gloria del Governo. Come si è detto, le operazioni finanziarie sospette di riciclaggio denunciate nel 2010 sono state più di 37 mila. Sapete quante sono state denunciate da commercialisti, ragionieri, periti commerciali e notai? La miseria di 223. Tutte le altre segnalazioni sono arrivate dalle tanto vituperate banche, dalle finanziarie e dalle Poste. Ah, un’ultima cosa: nel 2010 sono state comminate sanzioni pecuniarie per 4,1 milioni di euro. Considerato che il riciclaggio vale almeno 50 miliardi di euro l’anno, possiamo concludere che l’Italia è un vero paradiso per i riciclatori.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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