NASCERE DI PIU’ E CONSUMARE MENO

Come sempre ricchissimo di dati e di spunti, è stato appena pubblicato il Rapporto sullo stato del Mondo, edizione 2010, del Worldwatch Institute, l’autorevole network di ricerca sull’ambiente e sull’economia che ha sede a Washington (Usa). Il tema centrale del Rapporto di quest’anno è la sostenibilità, ovvero: come correggere lo stile di vita di una popolazione mondiale che consuma assai più di quanto le risorse del pianeta consentano.

Popolazione

Come detto, nel Rapporto si trovano informazioni di ogni genere. Più di altre mi ha colpito un calcolo. Se le risorse della Terra fossero usate come fanno gli americani col loro tenore di vita, basterebbero per mantenere solo 1,4 miliardi di persone; se invece fossero usate come facciamo noi europei, basterebbero per 2,8 miliardi di persone. Mentre la popolazione mondiale, oggi, sfiora i 7 miliardi di persone.

Se il calcolo del Worldwatch Institute è corretto (ma basta che sia plausibile), diventa anche più facile capire perché, nonostante appelli, campagne e accordi internazionali, il problema della fame e della povertà sia ancora così vasto e irrisolto: è necessario, anzi indispensabile, che molti vivano male (963 milioni di persone nel mondo vivono in povertà estrema; ogni cinque secondi un bambino muore di fame; sono oltre 700 milioni i lavoratori che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno e circa 1,2 miliardi quelli che vivono con meno di due dollari al giorno) se pochi devono invece vivere benissimo.

Il problema pare senza soluzione: il pianeta Terra è un insieme limitato, quindi limitate sono pure le sue risorse; la popolazione cresce; i bisogni della popolazione, di prima necessità o voluttuari, anche; l’usura delle risorse della Terra inevitabilmente aumenta. Di fronte a questa equazione, le reazioni sono do due generi. I “realisti”, anche quelli ben intenzionati (come l’economista Jeffrey Sachs nel suo ultimo lavoro, Il bene comune) dicono che in ogni caso bisognerà intervenire sulla crescita della popolazione. Sachs, per esempio, propaganda l’aborto e la diffusione dei mezzi anticoncezionali in Africa. Gli “idealisti”, invece, sostengono che bisogna cambiare gli stili di vita, ridimensionare le pretese e consumare meno.

Io sto con questi. Il Rapporto del Worldwatch Institute ci offre un altro dato: tra il 1960 e il 2006 la popolazione mondiale è aumentata di 2,2 volte mentre i consumi pro capite (è la media, degli squilibrii abbiamo già detto) sono cresciuti di quasi 3. E’ qui che si può intervenire, se l’obiettivo è una crescita globale più sostenibile. Ed è qui che si deve intervenire se vogliamo ridurre il numero di coloro che, nel mondo, patiscono fame e povertà. Chi pensa che la soluzione passi per una specie di blocco alla riproduzione della specie, scambia una tattica immorale per una strategia morale. In più, non si rende conto di una cosa assai semplice: impedire alla gente di venire al mondo significa impedire a tanti Einstein o Mozart o Madre Teresa di venire al mondo. Non ci conviene.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. Enrico Usvelli said:

    Tu dici:
    è necessario, anzi indispensabile, che molti vivano male …. se pochi devono invece vivere benissimo.

    I critici più radicali del capitalismo sostengono che la povertà di molti sia voluta, che sia parte integrante del capitalismo stesso.
    La Chiesa è più benevola anche se ultimamente, vista la lunga lista di fallimenti, non sta lesinando le critiche a questo sistema.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Enrico,
    io non so se l’assetto attuale sia “fatto apposta”, per dirla come i bambini. Anzi, aggiungo che sono per natura scettico verso tutte le teorie che propongono ipotesi di complotti globali. Però è chiaro che non è casuale quanto avviene: se abbiamo risorse per X e consumiamo per X + Y, qualcuno da qualche parte deve rimetterci.
    Credo che un ridimensionamento degli stili di vita sia, alla fin fine, la soluzione meno dolorosa: girare con un Suv enorme è senz’altro più comodo, ma si sopravvive anche girando in utilitaria.
    Ciao, a presto e… auguri!
    Fulvio

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