Francesco Anfossi (giornalista) e Nino Leto (fotoreporter), colleghi e amici, ci regalano questa testimonianza su Haiti. Grazie di cuore a entrambi.
Haiti è la metà oscura dell’isola di Hispaniola, dove Colombo approdò con le sue caravelle. Ma a ben vedere il termine esatto è infernale, perché pare proprio che qui, in questo Stato in cui gli schiavi di origine africana si ribellarono a Napoleone, in questa landa desolata dei Caraibi, il Diavolo abbia preso casa, allestendo le sue sporche faccende ed esportandole in tutto il mondo: malattie, povertà, carestie, violenza, guerre, uragani e un terremoto che ha aggiunto un’apocalisse devastante, totale, a uno stillicidio silenzioso.
Ad Haiti il male non finisce mai. Ad Haiti un bambino su tre muore prima dei cinque anni, la speranza di vita è 46 anni, l’80 per cento della popolazione vive con meno di due dollari al giorno. Haiti era lo Stato più disperato della terra dopo la Sierra Leone. Dopo quelle scosse devastanti forse lo ha superato ed è definitamente la porta dell’inferno sulla terra. Ad Haiti vive e lavora da vent’anni padre Richard Frechette, per tutti padre Rick, un missionario americano passionista dell’organizzazione Nph (Nuestros Pequenos Hermanos, i nostri piccoli fratelli), che continua a lottare a mani nude contro il diavolo.
L’ho conosciuto da vicino quando la Fondazione “Francesca Rava” di Milano invitò un gruppo di giornalisti a visitare il suo ospedale pediatrico, il Saint Damien, l’unico ora rimasto in piedi dei trenta esistenti (grazie alla perizia di un ingegnere italiano). Padre Rick ha il fisico di un cowboy e l’anima di un monaco. Alla guida del suo camion per le vie della capitale immerse in un fiume di folla vagante verso il nulla (la gente era alla continua ricerca di cibo) mi raccontava questo Paese giovane (età media 16 anni) che cammina nella storia a passo di gambero, in continuo regresso. La Fondazioe Rava, che collabora con il missionario, è costituita in massima parte da mamme molto attive sul fronte del volontariato. La sua presidente, Maria Vittoria Rava, ha messo in piedi un’organizzazione incredibile con i soli sforzi del buon cuore dei milanesi e degli italiani e in ogni volto di bambino che salva (e ormai ne ha salvati miglliaia) scorge il volto della sorella Francesca morta in un incidente stradale.
In queste ore continua spasmodicamente a organizzare i soccorsi (un aereo con i medici volontari dell’organizzazione è partito alla volta dell’isola),e a portare aiuto al personale di quell’ospedale costruito con tanti sacrifici e ora pericolante (ma i bambini per fortuna sono salvi). E’ in contatto costante con l’angelo padre Rick, che da vent’anni continua a strappare alla morte migliaia di bambini ogni mese. Il missionario passionista si è laureato in Medicina per poterli assistere meglio, ha costruito scuole di strada, fabbriche, panifici, orfanotrofi, come quello di Kenskoff, in modo che i bambini non vaghino per le strade in preda al destino, alle malattie e ai soprusi come sta avvenendo in queste ore nell’apocalisse di Port au Prince. Padre Rick il giorno del terremoto non era sull’isola. Era tornato nel suo Connecticut per assistere la madre morente. Il disegno del Signore lo vuole vivo, ad Haiti, a continuare a combattere a mani nude contro il diavolo.
di Francesco Anfossi – foto di Nino Leto
Per donare a favore di Haiti, contattare la Fondazione “Francesca Rava”, tel. 02-54.12.29.17. Nel sito della Fondazione si trovano l’appello urgente e tutte le indicazioni per inviare fondi per le popolazioni colpite dal terremoto.
with respect to the victims of the earthquake, I must bring up a ‘controversial’ question/ issue. Has anyone heard of the new ‘haiti conspiracy theory’? Some people say that a USA super weapon ‘HAARP’ caused the earthquake as a test. The Americans are just using the earthquake excuse to send 10,000 USA soldiers to control haiti for oil!
Yes, we heard about the High Frequency Active Auroral Research Program (Haarp) based in Alaska. You know, as europeans we produced so many conspiracy theories about USA that we ourselves hardly believe to any plot or scheme anymore. But the problem of the american military presence in Haiti, it’s easy to forecast, will be discussed for a long time on.
Bye
Fulvio