NUCLEARE? SERVE, QUINDI NON SI FARA’ MAI

Dai e dai, pensa e ripensa, ho deciso: sono a favore delle centrali nucleari in Italia. Non ho teoremi, solo banali considerazioni pratiche. Uno: ci serve più energia pulita, e mi convincono quelli (senza andare lontano, la Francia e la Germania) che puntano non a scelte esclusive ma a un mix di nucleare ed energie rinnovabili. Due: dobbiamo affrancarci almeno in parte dalla dipendenza energetica, che diventa dipendenza economica e politica. Terzo: le centrali funzionano ovunque, dalla Francia alla Svizzera, dalla Cina alla Russia, perché non dovrebbero funzionare anche da noi?

La distribuzione delle centrali nucleari in Europa.

La distribuzione dei siti nucleari nucleari in Europa.

So benissimo che, sul nucleare, per ogni punto a favore ce n’è almeno uno contrario. Lo so e li rispetto. E mi lascia inquieto la questione dello stoccaggio dei materiali radioattivi e dei combustibili esausti. Ho cercato di documentarmi e non sono riuscito a capire se sono molto pericolosi o per niente pericolosi. Per questo mi fido più dell’esperienza personale che degli esperti: ho trovato scienziati ugualmente qualificati su un lato come sull’altro della barricata, impegnati a dire l’uno l’opposto dell’altro. La scienza non è questo. “Scientifico” vuol dire accertato, non opinabile. Quindi, scusate ma faccio da me.

Detto questo, vorrei anche rinfrancare i non nuclearisti. In Italia il nucleare sarebbe necessario ma non si farà mai. In questo Paese la classe politica non ha il coraggio per fare scelte di questa portata. L’Italia nel 1987 affidò un passo decisivo per l’economia e la sicurezza nazionale (in un senso come nell’altro) al parere dei singoli cittadini (che scelsero in modo certo non più razionale e documentato di me) e non alla responsabilità politica appunto… dei politici, consigliati dai tecnici.nuke

Anche oggi, nonostante gli strombazzamenti governativi e la discesa in campo di autorevoli personalità (Veronesi, per esempio), l’opinione pubblica è contraria alla scelta nucleare. Qualche settimana fa lo stato d’animo è stato fotografato da un sondaggio Ipsos: nel febbraio 2011 solo il 32% degli interpellati si è detto favorevole (era il 51% nel 2008). Divisi per partiti, c’è una risicata maggioranza di “sì” solo tra gli elettori del PdL (51%, ma nel 2008 era il 59%). Quanto più la prospettiva si fa concreta, insomma, tanto più cala il consenso. Che poi crolla alla domanda: accettereste una centrale nucleare nella vostra regione?

Il nucleare, insomma, fa ancora paura. Fa così paura da far crescere a razzo il consenso verso le energie rinnovabili: sempre dal sondaggio Ipsos, schizzato al 32% di favori dal 19% a cui era nel 2008.

Il politico italico non è fesso, sta sempre col naso al vento. E mica vuole giocarsi consenso e poltrona con una scelta magari utile al Paese ma invisa alla sciura Maria che gli dà il voto. Ecco allora che tutti i presidenti di Regione, con l’unica eccezione del leghista Cota in Piemonte, hanno già escluso la possibilità di accogliere una centrale nel proprio territorio. E qui bisogna distinguere.

Ci sono i miopi e le facce di bronzo. Per questo ho detto la mia modesta opinione all’inizio. I miopi sono i contrari al nucleare per principio, per posizione ideologica o convinzione scientifica. I politici del Pd, per esempio, che dicono comunque “no”. Le facce di bronzo (ma è un eufemismo) sono quelli che a Roma (casa di tutti) dicono “sì” e poi a casa loro dicono “no”. Che pensare di Luca Zaia, che da ministro  ha votato “sì” al nucleare e da governatore del Veneto dice che mai e poi mai accoglierà una centrale nella regione? E di Formigoni in Lombardia, assolutamente favorevole al nucleare purché si faccia altrove? E il Consiglio regionale del Lazio, che ha una maggioranza di destra (16 seggi PdL, 15 Lista Polverini, 2 La Destra) ma ha respinto ogni ipotesi di centrale? E della Campania, della Calabria?

Gli argomenti di costoro sono sempre gli stessi. La mia Regione ha una vocazione turistica, e poi produce abbastanza energia per sé, quindi non ha bisogno di centrali. Argomenti che dimostrano il livello di una classe politica, nel caso specifico la classe che governa: intanto, tutte le regioni italiane hanno una vocazione turistica; e poi, se si facesse il discorso dell’autosufficienza in tutti i campi (dagli ospedali alle forniture idriche, dalle discariche all’energia elettrica) molto semplicemente l’Italia andrebbe a puttane. Infine, che cari uomini di governo, che vogliamo fare: costruiamo quattro centrali nucleari in Molise?

Per cui, cari antinuclearisti, mettetevi sereni. Con questi, che pure con il ministro Scajola dichiaravano di voler “arrivare entro la legislatura ad avviare la costruzione di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione, secondo le tecnologie più avanzate”, non si va da nessuna parte. Nemmeno con le centrali.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

6 Commenti

  1. Enrico Usvelli said:

    Sono antinuclearista ma non riesco a mettermi sereno.
    Innanzitutto anche se ora Il PD dice che è contro, mi ricordo bene che in campagna elettorale era favorevole (scritto sui volantini, non parole di un candidato) ed è stato uno dei motivi per cui non li ho votati.
    Seconda cosa, ad attivare le centrali probabilmente non ci arriveranno, è vero. Ma l’affare non consiste nella produzione di energia nucleare, bensì nella costruzione stessa delle centrali. E’ lì che girano montagne di soldi per cui sono convinto che questo governo cercherà di andare più avanti possibile, per il proprio interesse e per quello dei suoi sostenitori.

  2. Mirella camera said:

    Caro Fulvio, è probabile che io sia fra i “miopi”, o che per lo meno non sia stata ancora illuminata. Il problema non è tanto la sicurezza delle centrali, quanto l’annoso e mai risolto problema delle scorie radioattive.
    Parlando tera a terra: un Paese che non è capace nemmeno di smaltire la propria spazzatura sarà capace di smaltire materiale che rimane altamente pericoloso per migliaia di anni?

  3. Fulvio Scaglione said:

    Caro Enrico,
    io sono diventato nuclearista ma, proprio come te, non riesco a mettermi tranquillo. Il perché, visto che hai letto il pezzo, lo sai bene. Credo, però, che questo Governo non metterà mai mano alle centrali, neanche per tirar sù i muri. I muri, infatti, dovrebbero sorgere da qualche parte e in quella parte, qualunque sia, si perderebbero dei bei voti. I signori della propaganda non possono permetterselo.
    Cisao, a presto

    Fulvio

  4. Fulvio Scaglione said:

    Cara Mirella,
    hai visto dal pezzo che sono pieno di dubbi anch’io, in particolare sul tema delle scorie. Non so risponderti, anche perché una risposta chiara dagli scienziati non l’ho trovata. Certo, nell’Italietta nostrana tutto sembra impossibile. D’altra parte, anche la Salerno-Reggio Calabria lo è. Che ti posso dire? Smettiamo pure di fare autostrade? O di raccogliere in modo civile la monnezza?
    Ciao, a presto

    fulvio

    P.S.: volevo linkare il tuo sito al mio ma non riuscivo ad aprirlo. Mi dai qualche dritta?

  5. aNONIMO said:

    Le centrali nuleari ci servono. E’ inutile continuare a nasconderci dietro una foglia. L’ energia pulita e’ una cosa fantastica ma economicamente mostruosa.

  6. Fulvio Scaglione said:

    Caro Anonimo,

    un “nuclearista” molto, molto perplesso come me, pensa invece che l’unica cosa certa sia che le centrali ci servono: perché dovrebbero servire a Germania, Francia, Svizzera, Gran Bretagna e non a noi? Tutto il resto mi pare discutibile (in primo luogo l’opportunità di costruirle, per ragioni economiche e di sicurezza) ma questo no.

    Ciao, a presto

    Fulvio

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