FAMIGLIA CRISTIANA E LA FANGHIGLIA

Pensa te, tocca pure occuparsi di Vittorio Feltri. Che essendo un noto genio del giornalismo ha scritto “Fanghiglia Cristiana”, una battuta che era già vecchia quando andavo all’asilo. Facciamo però un passo indietro: perché tutto questo bailamme per un semplice articolo di giornale? Secondo me, Feltri e compagnia strillano perché Berlusconi è messo male. E più Lui è messo male, più loro alzano la voce.

La versione on-line di Famiglia Cristiana.

La versione on-line di Famiglia Cristiana.

Silvio, la crisi d’agosto t’è finita in quel posto (mi è venuto così, un haiku come quelli che scrive il ministro Bondi). Alla fin fine, Berlusconi si ritrova tra il martello di Bossi e della Lega Nord (per i quali andare a votare non è un problema) e l’incudine di Fini e dei suoi, che non è riuscito a cacciare e che possono impallinarlo in Parlamento sul “processo breve” o altre leggi. Ora Berlusconi può solo sperare in due cose: recuperare un po’ di finiani o far passare un po’ di mesi e vedere se può andare a votare in condizioni migliori.

Tutto questo, vorrei far notare, in un partito che non ha mai celebrato un congresso, che al minimo dissenso ha tentato di cacciare i reprobi come ai tempi di Stalin. I vecchi democristiani uno come Berlusconi, incapace di passare dalla dimensione padronale a quella politica, se lo sarebbero mangiato vivo. Da qui un gran nervosismo, con le reazioni isteriche all’articolo di Famiglia Cristiana.

Più di tutti si scalda Feltri, il quale scopre che Famiglia Cristiana è spesso, se ci tiene diciamo molto spesso, critica nei confronti del Cavaliere. Bravo, sette più. Inutile fargli notare i molti esponenti dell’attuale Governo ai quali abbiamo ripetutamente dato la parola (Gelmini, Prestigiacomo, Frattini, Sacconi, Zaia quando era ministro, Meloni, il sottosegretario Bertolaso e altri ancora): a lui è il delitto di lesa maestà che dà fastidio. Più che inutile, poi, far notare a lui e ad altri che critiche simili erano toccate anche all’altra sponda: ricordo perfettamente l’estate in cui Romano Prodi era inviperito con noi per alcun interventi sulla politica fiscale del suo ultimo Governo.

Ma il passo più divertente della mediocre invettiva che Feltri ci ha dedicato è quello in cui ci invita, se davvero non ci piace il “metodo Boffo”, a invitare lo stesso ex direttore di Avvenire a collaborare con Famiglia Cristiana. Scusi, signor Feltri, mi corregga se sbaglio: Lei sputtana Boffo, poi gli chiede scusa e infine dice a noi di farlo collaborare? Lo faccia collaborare Lei, piuttosto, per dimostrare che la stima sbandierata dopo (dopo) averlo accoltellato è sincera.

Però il ragionamento feltriano è indicativo. Perché rivela la mentalità della banda o, per dirla in termini più contemporanei, della “cricca”. Feltri crede che il “metodo Boffo” ci faccia schifo perché applicato a Boffo, a lungo direttore del quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, mentre magari ci lascerebbe indifferenti se applicato ad altri. E invece no: il “metodo Boffo” ci fa schifo comunque, a prescindere. Ci fa schifo se applicato a Boffo (e a me, che lo conosco un po’, fa in quel caso particolarmente schifo) ma ci fa schifo anche se applicato a Fini, a Urso, alla Tulliani, a Bocchino, al direttore di Repubblica Mauro, a uno qualunque dei tanti “nemici” ai quali il Giornale ha tentato negli ultimi tempi di applicarlo. E non fa schifo solo a noi. Qualche anno fa, era il 1997, si chiamava “metodo Di Pietro”: fruttò a Feltri e al Giornale 35 querele e richieste di danni miliardarie e al e produsse un paginone di scuse di Feltri allo stesso Di Pietro rimasto negli annali del giornalismo. Tutta questione di metodo.

Dopo di che, discutiamo pure se le tesi degli articoli di Famiglia Cristiana sono campate in aria o meno. Purché sia chiaro che noi, entro i limiti stabiliti dalle leggi, ragioniamo come ci pare e scriviamo quel che ci pare. Anche in questo caso, tutta questione di metodo.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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