Era inevitabile che le radici turche di Boris Johnson, nuovo e pittoresco primo ministro del Regno Unito, destassero curiosità, complice l’entusiasmo della stampa turca che si è lanciata in titoli come «Benvenuto cugino Boris!». In effetti la storia è interessante, coinvolge un bisnonno di nome Ali Kemal e oggi mobilita gli abitanti del piccolo centro di Kalfat, pronti a indicare ai visitatori la casa degli antenati del premier britannico, sopravvissuta agli anni e a tanti sconquassi.
Il bisnonno di Boris Johnson si chiamava appunto Ali Kemal, visse tra il 1867 e il 1922 e all’epoca sua fu un giornalista tra i più noti del Paese e un politico di non poco conto. Era nato a Kalfat da una donna circassa che in origine era stata schiava e sin da giovane aveva maturato salde idee liberali. Giornalista, viaggiava molto all’estero. Durante una delle sue visite in Svizzera si innamorò di Winifred Brun, figlia di Frank Brun (svizzero) e Margaret Johnson (inglese), che sposò a Londra nel 1903. Con lei ebbe una figlia, Selma, e un figlio, Osman, nato nel 1909. Il nonno di Boris Johnson.
Nei primi anni del Novecento, per la Turchia assai convulsi, la vita non era facile per un personaggio pubblico di incrollabili convinzioni liberali. Ali Kemal riuscì a farsi mandare in esilio dal sultano Abdul Hamid II, entrò in urto con i Giovani Turchi, andò di nuovo in esilio con il sultano Mehmed V, fece parte della delegazione turca ai colloqui di pace di Versailles alla fine della prima guerra mondiale e diventò ministro dell’Interno (nel 1919) del governo formato da Damat Ferid Pasha, che di Mehmet VI (ultimo sultano nella storia della Turchia) era appunto il gran visir.
L’atto più forte, però, Ali Kemal lo fece da giornalista (e anche Boris Johnson è stato direttore di giornale). Scrisse una serie di articoli infuocati contro i responsabili del massacro degli armeni del 1915 e accusò apertamente i dirigenti del partito dell’Unione e del Progresso (Ittihad ve Terakki). I nazionalisti non tardarono a fargliela pagare. Ali Kemal fu rapito in un grande albergo di Istanbul, portato sul lato asiatico della città, consegnato a un reparto di fedelissimi di Kemal Atatürk e lì lapidato, pugnalato e impiccato.
Boris Johnson, suo pronipote, discende dunque da un uomo che, nella versione ufficiale che la Turchia dà di quegli anni, dovrebbe essere considerato un traditore della patria. Anche se, con ogni probabilità, era solo un onesto intellettuale cosmopolita che non poteva accettare il genocidio come pratica politica.