OCCHI DELLA GUERRA, OCCHI DEI LETTORI

occhiIl mausoleo dell'ayatollah Khomeini, nei pressi di Teheran, per illustrare uno degli articoli di Gli Occhi della Guerra.

Per vedere bene, occorrono buoni Occhi. “Fare informazione in Internet, in questo mondo che cambia alla velocità della luce, a volte può sembrare una mission impossibile. E in effetti lo diventa se non ci teniamo strette due considerazioni. La prima è che i veri concorrenti non sono gli altri giornali o gli altri siti, anche quelli grossi e potenti, ma i colossi che si battono per la conquista dell’intera Rete. Intendo i vari Google e Facebook, che di giorno in giorno diventano sempre più padroni dei contenuti, anche quelli prodotti da altri”.

E la seconda considerazione?

“Il punto di forza di chi fa informazione digitale oggi, non sono gli strumenti tecnici. Paradossalmente, nemmeno i bravi giornalisti. L’arma più efficace è la relazione con i lettori. Se è salda e collaudata, molte cose diventano possibili. Altrimenti…”.

Andrea Pontini, amministratore delegato del Giornale.it, racconta una versione web dell’eterno Davide contro Golia. Due anni fa ha fondato l’Associazione per la promozione del giornalismo, che tuttora presiede. Da il Giornale.it e sotto l’ala dell’Associazione è germogliato Gli Occhi della Guerra, il sito che in breve tempo si è ritagliato spazio e credibilità nel mondo italiano dell’informazione. Impegnativo, raccontare le guerre e le crisi in un’epoca in cui tutti sembrano aspirare solo a un po’ di tranquillità e serenità. “Ma con gli Occhi noi”, dice Pontini con un pizzico di ironia, “abbiamo scommesso sulla voglia dei lettori di conoscere il mondo, di approfondire. Cioè, su ciò che secondo molti esperti nei lettori non c’è più. Mettendo sul piatto, però, dei veri reportage, del giornalismo in presa diretta e di qualità. E anche il gusto di andare controcorrente, di fare un po’ i bastian contrari in un panorama che qualche volta pare un po’ troppo uniforme”.

Sono nati così servizi sulla guerra in Ucraina (“Siamo stati i primi a parlare del Battaglione Azov”, dice Pontini) o sulla tragedia della Siria, sull’islam radicale in Europa o sulla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente. Reportage realizzati da giornalisti delle più varie estrazioni professionali, culturali e politiche, accomunati, forse, solo dalla voglia di raccontare in libertà. Una miscela un po’ bizzarra (almeno per questi tempi e per certe abitudini) che però ha pagato. Al punto che il Giornale.it ha vinto l’Inma Global Awards, il premio sancito dall’Associazione internazionale per il giornalismo innovativo, nella categoria “Miglior lancio di un Brand” (Best Launch of a Brand or Product to Create An Audience Segment), proprio con il progetto di crowdfunding per i reportage di guerra degli Gli Occhi della Guerra. Se si tiene conto che nella stessa occasione sono stati premiati anche veri colossi dell’informazione come The Economist, Independent e Washington Post, diventa facile capire l’importanza e il significato del riconoscimento.

 

Ma qual è la vera novità dentro questa storia? Come diceva Pontini, la relazione forte con i lettori. Laura Lesevre, come project manager degli Occhi della guerra, proprio di questo aspetto si occupa e ha dunque molto da raccontare. “In due anni di attività”, dice, “abbiamo prodotto 40 reportage internazionali, in larga parte finanziati con il crowdfunding, cioè dai lettori. I primi riguardavano uno l’Afghanistan e l’altro la Libia. In una settimana abbiamo raggiunto la somma necessaria per il primo, 4 mila euro. Una settimana più tardi era “coperta” con 5 mila euro anche la Libia. E ogni volta è così: noi proponiamo un tema, una destinazione, e aspettiamo la reazione dei lettori. Che finora non ci hanno mai deluso. L’ultimo progetto è relativo al Donbass, dove stiamo mandando un giornalista, un fotografo e un operatore. Servivano 3 mila euro, in dieci giorni ne sono arrivati 4.300”.

Laura ha un ricco portafoglio di aneddoti. Lettori così affezionati e convinti che telefonano per dare i dati della propria carta di credito. Altri che scrivono o chiamano per ringraziare. E quelli che accorrono ogni volta che viene organizzato un incontro con i giornalisti degli Occhi o con i protagonisti delle storie. “Noi, ovviamente, ci facciamo un punto d’onore di essere seri e affidabili. Chiediamo solo i quattrini necessari a coprire le “spese vive” dei reportage, e rendicontiamo tutto, fino all’ultimo scontrino”.

Il tema più caldo, più caro ai lettori? Pontini e Lesevre rispondono a una voce: “Non c’è dubbio, i cristiani perseguitati. Ogni volta che ne parliamo l’attenzione sale ai massimi. E la disponibilità a donare anche. Abbiamo lanciato un progetto di quattro reportage proprio sulla sorte dei cristiani in Nigeria, Iraq, Siria e Pakistan, chiedendo nel complesso 25 mila euro. Ne sono arrivati quasi 38 mila”.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

Altri articoli sul tema

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top