RUSSIA E ITALIA, PIU’ CHE ALTRO AMICHE

russiaVladimir Putin a Expo 2015.

Russia e Italia. In marzo il premier Matteo Renzi a Mosca, seguito (pochi giorni fa) dal ministro degli Esteri Gentiloni. Ieri, Vladimir Putin all’Expo di Milano e poi a Roma per un incontro con il presidente Mattarella. Nessun Paese d’Europa può “vantare” una simile frequenza e importanza di incontri da quando, poco meno di un anno fa, l’Unione Europea decise di affiancare le proprie sanzioni economiche quelle già decise dagli Usa contro la Russia. Pomo della discordia era e resta l’Ucraina, pronta a uscire dall’orbita russa per entrare in quelle europea e, forse ancor più, americana.

Il recente G7 ha ribadito l’intento punitivo delle sanzioni euro-americane, e su questo assunto si potrà discutere all’infinito. La Russia è in crisi ma certo non per le sanzioni. Il dimezzamento del prezzo del petrolio, quello sì che rischia di far saltare tutti i conti. Ma le sanzioni? Putin, con una certa perfidia, ha usato la platea dell’Expo per sottolineare che “l’Italia è il quarto partner commerciale della Russia, ma gli scambi si sono ridotti del 10% e nell’ultimo trimestre sono scesi del 25%”; che “ci sono 400 aziende italiane in Russia e questo rappresenta oltre un miliardo di scambi commerciali”; che “gli investimenti russi in Italia sono di un valore di 2-3 miliardi di euro”. Quel che non ha detto lui l’ha detto la Coldiretti, che ha segnalato un calo delle esportazioni agro-alimentari italiane in Russia pari al 53,8%.

Con le sanzioni, insomma, rischiamo di rimetterci soprattutto noi. Vero o no che sia, il “rapporto privilegiato” tra Russia e Italia è ancora saldo e contribuisce a renderlo tale, nelle presenti circostanze, un doppio e reciproco interesse. La Russia ha bisogno di un interlocutore, di qualcuno con cui poter parlare in Europa. E l’Italia è perfetta per svolgere con dignità ed efficacia questo ruolo: ha relazioni storicamente cordiali con la Russia (sovietica e post-sovietica) e può muoversi con un minimo di autonomia nella Ue proprio perché resta uno Stato membro molto fedele alle istituzioni europee.

Russia e migrazioni

D’altra parte, commerci a parte, la Russia può tornare a noi molto comoda. Diciamolo francamente: che emergenza è, per l‘Italia, la crisi ucraina? L’emergenza che ci investe davvero, oggi, è quella delle migrazioni. Ma l’Europa, così solidale con Kiev, si mostra con Roma cinica e distante, e in qualche momento anche incline a godere della nostra “disgrazia”, che tanti problemi risparmia ad altri Paesi grazie alla funzione di scudo esercitata dall’Italia.

Ma su quanto accade nel Mediterraneo la Russia ha più di una carta da spendere. In prima istanza, se l’Europa dovesse decidersi al blocco navale contro il traffico di migranti, con le navi e i mezzi aerei per il pattugliamento delle acque. Ma poi anche con la residua e non marginale influenza di cui il Cremlino ancora dispone in Medio Oriente e in Africa, nelle zone da cui partono moltissimi dei migranti.

Da economiche, quindi, le reciproche convenienze diventano facilmente politiche e persino esistenziali. Italia e Russia, quindi, sono destinate almeno a cercarsi, se non a ritrovarsi, anche in questi tempi così complicati. Si ha persino la sensazione che, al di là delle dichiarazioni di principio e del tintinnar di sciabole un po’ rituale dei grandi summit, siano molti i Paesi che guardano con occhio benevolo alla nostra diplomazia della mozzarella. Soprattutto in questa Ue sempre divisa su quale sia l’interesse primario: se quello delle nazioni del Est e del Nord o quello dei Paesi mediterranei. Se quello dei nuovi ricchi dell’Unione o quello dei malconci Paesi fondatori.

Pubblicato sull’Eco di Bergamo dell’11 giugno 2015

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Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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