UCRAINA UE E RUSSIA
CHI FA L’AFFARE?

Ucraina UeUna manifestazione pro-Ue a Kiev.

La crisi dell’Ucraina, con la cacciata di Yanukovich, la reazione della Russia e la secessione della Crimea, si è ormai spostata su ben altri fronti. Ma bisognerebbe ricordare da dove tutto è partito, cioè: dal dibattito se all’Ucraina convenisse aderire all’Unione Europea o entrare nell’Unione doganale proposta dalla Russia. Ucraina Ue e Russia, il triangolo è difficile da misurare.

Il pregiudizio politico ha influenzato troppo il dibattito. Nella realtà dei fatti, per come è costruita la sua economia, l’una e l’altra scelta potrebbe comportare problemi di non poco conto per l’Ucraina. Il piatto forte sono le esportazioni, che concorrono ai bilancio dello Stato per l’80% delle entrate. Le vendite all’estero dei prodotti ucraini si indirizzano in sostanza verso tre destinazioni: i Paesi del blocco ex sovietico, i Paesi dell’Unione Europea e il resto del mondo, più o meno in uguale misura. Per fare un paragone: le esportazioni della Polonia vanno per l’80% verso i Paesi della Ue. Ben altra storia. Inoltre: dei sei Paesi con cui l’Ucraina ha un attivo commerciale (India, Turchia, Libano, Egitto, Iran e Italia), solo uno, l’Italia appunto, appartiene alla Ue.

Per quanto riguarda Ucraina Ue e l’adesione alle proposte di Bruxelles, quindi, una cosa è già chiara: aprirebbe il mercato interno ucraino alle merci europee senza incrementare in modo significativo le esportazioni ucraine. Primo risultato: un peggioramento dei conti della bilancia commerciale ucraina. In secondo luogo: le esportazioni agricole (l’Ucraina è uno dei maggiori esportatori al mondo di grano) contano oggi per circa il 20% degli introiti dello Stato. L’adesione alla Ue potrebbe offrire qualche possibilità in più, in questo campo, ma nulla di decisivo, visto che i trattati sulla politica agricola non offrono alcuna vera liberalizzazione.Infine: l’apertura alle merci “occidentali” potrebbe mettere in crisi settori dell’industria ucraina chiaramente non competitivi a livello europeo come quelli dell’auto o degli elettrodomestici.

Ucraina Ue e Russia: chi fa l’affare?

Ucraina Ue e Russia, allora. Converrebbe l’Unione doganale, in cooperazione con Belorussia e Kazakhstan, offerta dalla Russia? Il Cremlino offre (per meglio dire, offriva) all’Ucraina la riduzione di una serie di dazi finora imposti alle esportazioni ucraine e sostanziosi sconti sui prezzi di gas e petrolio. La Russia, d’altra parte, accoglie da sola il 29% delle esportazioni ucraine. E, a differenza dei Paesi della Ue, non compra materiali grezzi ma prodotti che in Occidente hanno poco mercato: per esempio, tubi speciali per oleodotti e gasdotti.

Questo non basta a rendere attrattiva in senso assoluto la prospettiva filo russa. Perché i dazi dell’Unione, anche se ridotti rispetto al presente, sarebbero sempre un poco più gravosi di quelli ora garantiti all’Ucraina dall’adesione al Wto (Organizzazione mondiale del commercio), avvenuta nel 2008. Il vero punto forte dell’offerta russa sarebbe lo sconto su gas e petrolio. Nel 2012 la Belorussia, che è parte dell’Unione, ha versato 165 dollari per 1000 metri cubi di gas, mentre l’Ucraina ha dovuto pagarne 426. Una bella differenza. Affidata, però, solo alla benevolenza del Cremlino.

Ucraina Ue e Russia, la conclusione è una sola: non ci sono strade facili per l’Ucraina, qualunque sia la direzione che prenderà. E anche la scelta europea, compiuta dal Governo provvisorio e appoggiata dalla piazza, costerà lacrime e sangue, a dispetto delle tante illusioni che troppi hanno contribuito ad alimentare.

 

 

 

 

 

 

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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