USA: I SERVIZI SEGRETI SPIANO… IL CLIMA

Di che cosa hanno paura gli Usa? Di un po’ di tutto, ovviamente, dal terrorismo islamico alla Russia, dalle armi di distruzione di massa alle trame degli hacker. Ma, a sorpresa, sbuca tra i timori del Governo americano anche il clima.

James Clapper, direttore della National Intelligence degli Usa.

Domenica 16 febbraio il segretario di Stato John Kerry ha tenuto a Jakarta (capitale dell’Indonesia) un discorso dai toni drammatici. “Il 97% degli scienziati ormai concorda sul fatto che il riscaldamento globale esiste ed è diretta conseguenza delle azioni degli esseri umani”, ha detto Kerry, che ha così sintetizzato la situazione: “Tutti i dieci anni più caldi registrati sono avvenuti dopo che Google è andata on line, nel 1998″. E per dare più efficacia al proprio monito, Kerry ha concluso dicendo: “Un solo metro d’acqua in più negli oceani basterebbe ad allagare mezza Jakarta, costringere centinaia di migliaia di persone a fuggire, e minacciare attività economiche per miliardi di dollari”.

Scongiuri degli indonesiani a parte, le parole di Kerry riflettono non una retorica del momento ma un’effettiva preoccupazione dell’amministrazione Usa. Lo si deduce dal rapporto che James R. Clapper, direttore della National Intelligence americana, ha presentato al Senato l’11 febbraio. E’ una relazione a cadenza annuale (Worldwide Threat Assessment of the US Intelligence Community), in cui per la prima volta quest’anno è stato inserito un breve capitolo dedicato agli Extreme Weather Events (le calamità naturali).

Tra tifoni e tempeste di neve gli Usa hanno sofferto molto, negli ultimi mesi. Ma non è a questo che si riferisce il rapporto Clapper. E’ detto chiaro e tondo: “L’atmosfera più calda, più umida in certe regioni, più secca in altre, è conseguenza della concentrazioni di gas a effetto serra”. La Casa Bianca si schiera con gli ecologisti, dunque. Anche se all’ansia per lo stato del pianeta, l’intelligence guidata da Clapper aggiunge le esigenze della geopolitica. A soffrire il caldo è soprattutto l’Artico, preso anche d’assalto dalle navi e dalle missioni di diversi Paesi che, proprio grazie al clima più tiepido, riescono ad accedere a banchise prima inaccessibili.

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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