NOZZE E ADOZIONI GAY, FRANCIA DIVISA

Il 13 gennaio Parigi sarà invasa dai manifestanti. Non per la crisi economica o la recessione, né per la questione delle tasse da far pagare ai super-ricchi come Gerard Depardieu. Cortei e slogan saranno indirizzati contro il progetto di legge, varato dal Governo ai primi di novembre, che parifica le unioni tradizionali e quelle omosessuali (“le mariage est contracté par deux personnes de sexe différent ou de même sexe“, recita il testo) e che, per logica conseguenza, autorizza le adozioni per le coppie gay.

Dal lato del nuovo regime socialista, nessuna sorpresa. Le nozze gay erano il punto 31 del programma in 60 punti presentato da François Hollande durante la campagna elettorale. Al di là degli ideali e dei principi, comunque, c’è la politica: Hollande spinge ora (in campagna elettorale se ne parlò pochissimo) sul tema delle nozze e delle adozioni gay perché è più facile da affrontare del diritto di voto agli immigrati o del “fine vita”, che pure figuravano nel suo programma. E poi, se i francesi discutono di matrimonio non discutono della crisi o delle tasse, campi in cui l’azione del nuovo Governo è già assai criticata.

La discussione ovviamente si è ulteriormente scaldata durante il dibattito parlamentare. Ed è certamente una forte sfida per la Chiesa cattolica la posizione più o meno apertamente sostenuta dagli ambienti del Governo, per i quali semplicemente la questione delle nozze gay non è più nemmeno una questione, perché il matrimonio (per primo quello tradizionale) nella società francese non è più un’istituzione. Nulla per cui scaldarsi, nulla da difendere. Non tutti sono d’accordo, ovviamente. Non solo i militanti che scenderanno in piazza il 13 gennaio, non solo le gerarchie ecclesiastiche. Diversi intellettuali hanno fatto notare che la “normalizzazione” delle nozze gay porta con sé problemi assai più complessi e sensibili (per esempio quello della paternità e della maternità gay, per forza di cose medicalmente assistita) che la Francia profonda è ben lungi dal voler accettare.

Comunque sia, l’Ifop (Institut Français d’Opinion Publique, fondato nel 1938 dal professore della Sorbona Jean Stoetzel e da George Gallup) ha svolto in dicembre un sondaggio chiedendo se fosse opportuno ricorrere a un referendum (e non alla sola via parlamentare) per decidere della legittimità delle nozze gay e dell’adozione per le coppie gay. Il 69% dei francesi ha risposto “sì”. Più alta la percentuale tra gli elettori dei partiti di destra (85% in media), più bassa quella tra gli elettori dei partiti di sinistra (55%). Pià alta tra gli uomini (71%) che tra le donne (67%). Curiosamente pari, invece, tra tutte le categorie d’età: 70% tra coloro che hanno meno di 35 anni, 69% tra tutti coloro che ne hanno di più.

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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