PRIMARIE? SEMPRE MEGLIO IN CARNE E OSSA

Il voto alle primarie del Pd.

Non sono andato a votare e, lo ammetto, ho osservato con interesse ma poca passione il lungo duello tra Renzi e Bersani. Mi pare però fuor di dubbio che le primarie del Pd siano state uno dei momenti politici migliori e più belli degli ultimi anni. Milioni di persone mobilitate, un dibattito tutto sommato civile e non proprio banale… Tra l’altro, questa stagione della politica nostrana, che doveva essere “surgelata” dal Governo dei tecnici, si rivela invece piena di sorprese: i movimenti al centro (con accoppiate inedite, tipo Acli-Olivero con Ferrari-Montezemolo), il ritorno di Berlusconi, la resistenza di Monti, l’avanzata dei “grillini”, il Pd appunto…

Il voto alle primarie del Pd.

Ma per tornare alle primarie del Pd. E’ curioso notare le reazioni che le hanno accompagnate. A destra, nonostante  il prodigarsi di Alfano, un’indifferenza quasi assoluta. Normale, d’altra parte: se gli elettori di PdL e Lega Nord per vent’anni si sono accontentati di decisioni calate dall’alto dal demiurgo di turno (Berlusconi per l’uno, Bossi per l’altra), perché dovrebbero avere proprio adesso tutta questa voglia di primarie? O, come invocano un po’ buffamente gli editorialisti del Corriere della Sera, di veder celebrare un congresso vero del PdL, con le discussioni, le mozioni, le decisioni prese in pubblico e non nella villa di Re Silvio?

Chi, invece, mastica proprio amaro sono quelli dell’antipolitica (detto dai partiti tradizionali) o dell’altrapolitica (detto da loro e soprattutto dal loro organo d’informazione principale, Il Fatto), che una partecipazione massiccia come questa forse non se l’aspettavano. E’ un po’ curioso.  Non dovrebbero, loro per primi, essere felici del fatto che tanti cittadini partecipino alla vita di un partito fino al punto da sceglierne il leader? Non dovrebbe essere loro il motto di Giorgio Gaber: “Libertà è partecipazione”?

Pierluigi Bersani e Matteo Renzi.

Trovo anche un po’ ridicola la critica al sistema di voto messo in piedi dal Pd, e soprattutto a quella sulle regole del voto per il ballottaggio, da cui erano esclusi quelli che non avevano votato al primo turno. Non perché il sistema non sia criticabile, ma perché alla fin fine è criticabile, più o meno (e forse anche meno), quanto lo è il sistema messo in piedi da Beppe Grillo per il Movimento 5 Stelle, che da quelle parti è invece considerato un modello assoluto di democrazia partecipativa.

Grillo ha lanciato le primarie in rete, via internet. Nessuna persona in carne e ossa che ne incontra altre, ci parla, combatte. Solo i computer. Già questo… Poi, la scelta dei candidati del Movimento 5 Stelle via internet dovrà svolgersi in 3 giorni, dal 3 al 6 dicembre. Così in fretta? Possibile? Normale, per un Movimento che, all’esordio in elezioni politiche, molti danno nelle vicinanze del 20% dei voti? Infine, potranno votare solo gli iscritti ed essere votati solo coloro che “hanno già fatto una lista, per premiare chi ha combattuto sul territorio”. Non mi pare, a giudicare da tutto questo, che la cosiddetta “altra politica” sia poi tanto più aperta e disinvolta dei partiti tradizionali.

Gli istituti di ricerca ci dicono che da almeno trent’anni non si registrava una percentuale così alta di cittadini che non intendono andare a votare o vorrebbero andarci ma non sanno per chi votare. Ho la sensazione che per riportare queste persone alla pratica del voto le code ai gazebo funzionino ancora di più delle code agli internet point.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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