MARTINI, UNA MORTE USATA COME SPOT

Il cardinale Carlo Maria Martini.

A dispetto di quanto dicono molti, la Chiesa ha reso il dovuto omaggio alla scomparsa di un grande uomo di fede come il cardinale Carlo Maria Martini. Scadente, a tratti scandaloso, è stato invece l’approccio del mondo “laico” alla morte di colui che fu anche un grande italiano.

Il cardinale Carlo Maria Martini.

L’apice è stato toccato dalla cultura radicale, che ha cercato di trasformare l’agonia del cardinale in uno spot per l’eutanasia. Mescolando ad arte, per confondere le idee su un tema complesso come la fine vita, morte naturale, cure palliative, accanimento terapeutico (alla cui rinuncia consente anche il Catechismo della Chiesa cattolica) ed eutanasia. E violentando così, oltre ai fatti, anche la volontà di un uomo appena deceduto. Un religioso che, come  dimostra tra l’altro anche il libro Credo la vita eterna allegato a Famiglia Cristiana, aveva pensato molto alla morte, distinguendo la dimensione dell’inevitabile dolore fisico da quella del timore dell’incontro con Dio.

Poi viene, nella graduatoria del cattivo gusto, la politica “di destra”. Meglio: di ciò che in Italia è nobilitato con il termine “destra”. Nessuna presenza alle esequie, nessun omaggio (anche solo formale) al cardinale scomparso. Brutto ma prevedibile: si sa che alcuni preferiscono i religiosi che maneggiano banconote e pacchetti di voti agli esegeti delle Sacre Scritture.

Infine il mondo laico progressista, “di sinistra”. Quante pompose celebrazioni per dire una cosa sola: Martini era la “Chiesa buona” perché parlava con noi. Lenzuolate autoreferenziali, patenti non richieste di modernità (dove “moderno” è uguale a “buono”, e “buono” è uguale a “noi”, cioè a loro) a un gesuita che aveva dedicato parole roventi alla  ambizione dell’epoca moderna». Ignorando, questi, che la diversità degli approcci, nella Chiesa come altrove, è  ricchezza e non debolezza. Davvero, cardinale: meritavi di più.

Pubblicato su Famiglia Cristiana n.38/2012

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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