GLI USA VENDONO, GLI ALTRI SPARANO

Dove vanno a finire tutte le armi che nazioni come Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia e anche Italia continuano a produrre? Ce lo spiega il Congressional Research Service, l’agenzia che fornisce ricerche e rapporti ai parlamentari americani, per aiutarli nel loro lavoro.

Finiscono, quelle armi, in grandissima parte nei Paesi in via di sviluppo.  Nel periodo 2004-2011, i contratti per l’acquisto di armi firmati dai Paesi in via di sviluppo sono stati il 68,6% del totale. Una quota già più che notevole, ma ancora cresciuta in anni recenti: se si considerano solo gli anni 2008-2011 è arrivata al 79,2% e nel solo 2011 al’83,9%. Sempre l’anno scorso, il valore dei contratti firmati dai Paesi in via di sviluppo per l’acquisto di armi è ammontato a 71,5 miliardi di dollari (quasi 57 miliardi di euro): un bel salto rispetto al 2010, quando lo stesso dato si fermava a 32,7 miliardi di dollari.

Tra i Paesi produttori e venditori di armi, i dominatori restano gli Usa e la Russia. Nel periodo 2008-2011, i due Paesi hanno accumulato, insieme, il 69,5% di tutti i contratti per la fornitura di armi firmati da Paesi in via di sviluppo: il 54,5% gli Usa (per un valore commerciale di 113, 5 miliardi di dollari sul quadriennio), il 15% la Russia (31,1 miliardi). Ultimamente, però, gli Usa hanno piazzato uno sprint micidiale: la loro quota di mercato presso i Paesi in via di sviluppo è passata dal 43,6% del 2010 al 78,7% del 2011, con la Russia relegata a un modesto 5,7%.

Gli Usa nel 2011 hanno dominato anche il mercato mondiale (e non solo quello dei Paesi in via di sviluppo) degli armamenti, con il 77,7% di tutti i contratti, per un valore di  66,3 miliardi di dollari. Il miglior cliente degli armaioli americani? L’Arabia Saudita, che nel 2011 ha speso in armi la bellezza di 33,7 miliardi di dollari (quasi 27 miliardi di euro), per il 99% finiti negli Usa. L’Arabia Saudita, del resto, è stato anche il Paese al mondo che nel 20121 più ha speso per riarmare.

 

 

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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