MONTI CI DA’ UN TAGLIO, ERA ORA

Era ora: il Governo Monti ha fatto una cosa naturalmente e onestamente di destra. Mi riferisco alla nomina di Bondi a tagliatore della spesa e all’aperta critica al taglio dell’Ici tanto amato dal PdL.

L’abolizione dell’Ici, infatti, fu una delle classiche porcherie del duo Berlusconi-Tremonti. L’Italia che beve tutto crebbe alla fandonia dell’abolizione. In realtà, il precedente Governo Prodi aveva abolito la tassa per tutte le “prime case” gravate da un’imposta comunale inferiore ai 350 euro, con una misura che toccava in meglio la situazione di circa il 60% dei contribuenti, con particolare riferimento ai redditi medi e medio-bassi. Quindi Berlusconi non abolì un bel nulla ma, liberando dalla tassa tutti gli altri, fece un gran favore ai redditi medio alti e alti. In pratica, una regalìa al suo elettorato di riferimento, che poi fu ancor più gratificato dagli “scudi fiscali” al 5% del socio Tremonti.

Ma non è tutto. L’eliminazione di quella ulteriore tranche dell’Ici privò i Comuni della principale fonte autonoma di finanziamento: è stato calcolato, infatti, che dei circa 8 miliardi di gettito Ici su base nazionale, ne restassero dopo la finta “abolizione” circa 4, generati in grandissima parte dalle seconde case e dagli immobili di altro uso. Il Governo promise allora agli enti locali una compensazione mai davvero arrivata. Nel frattempo,  si generavano altri tre fenomeni:

  1. la spesa pubblica continuava a crescere (dal 103 al 120% del Pil);
  2. l’evasione fiscale si ingigantiva;
  3. i tributi locali si appesantivano a dismisura, perché i Comuni erano costretti a coprire il buco lasciato dall’Ici.

E’ il quadro, quello della politica economica di Berlusconi, che sarebbe compatibile con un pessimo Governo di sinistra: spesa pubblica gonfiata per compiacere l’elettorato, dilapidazione delle risorse, leva fiscale caricata a dismisura. Perché oggi soffriamo per le aliquote al 45%, ma con il Cavaliere patrono della liberazione fiscale eravamo già al 43,2%, senza che il Governo mettesse la faccia sull’aggravio. Perché il trucco della “questione Ici” stava tutto lì: prendere un provvedimento demagogico come Governo e lasciare agli Enti locali l’onere di pestare i contribuenti. La Cgia di Mestre ha ben raccontato la qualità di queste botte: 1.230 euro l’anno per ogni italiano, destinati a crescere nel corso del 2012. A Varese la pressione tributaria locale è pari a 1.714 euro per persona, a Lecco a 1.681, a Bergamo e a Monza 1.665. E’ il vertice della classifica, ottimo risultato per la patria di Bossi e del federalismo.

Una destra sana e decente tutto dovrebbe fare tranne che spendere per compiacere, per mantenere, per ingrassare. Questo è ciò che fanno la sinistra peggiore e la destra populista. Si può dunque sperare che affrontando la polemica sull’Ici e nominando Bondi, il professor Mario Monti abbia fatto una di quelle cose di destra che lo resero autorevole garante della libera concorrenza quand’era commissario dell’Unione Europea.

Perché è chiaro a tutti che tra il taglio dell’imposizione fiscale (mai realizzato da Berlusconi) e le regalie (sempre concesse da Berlusconi alle “sue” categorie) la differenza è enorme. E che non si può arrivare a una fiscalità più equa se non si ha il bilancio in ordine. Scassare il bilancio con la demagogia elettoralistica è la premessa di un disastro che in Italia è stato perseguito da molti, non solo da Berlusconi, e che alla fine ci ha presentato il conto. Per arrivare a questa conclusione non ci vuole un genio, basta una qualunque saggia madre di famiglia. Se l’Italia ha dovuto farsi adottare da Monti, la colpa è sua. E’ nostra.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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