SALMAN RUSHDIE, LA FATWA NON E’ FINITA

Salman Rushdie.

DI MARTA FRANCESCHINI – E’ cominciato fra mille polemiche, a Jaipur nel Rajastan, il più importante festival letterario indiano. Ad avvelenare la manifestazione, le accese proteste della comunità musulmana per l’annunciata presenza dello scrittore Salman Rushdie, autore del controverso romanzo Versetti satanici.

Salman Rushdie.

Il libro, uscito nel 1988, ritenuto blasfemo dall’ortodossia islamica, provocò violente reazioni di condanna e, un anno dopo, l’ayatollah Komehini decretò la fatwa, ovvero la condanna a morte, del suo autore. Rushdie, nato in Inghilterra ma di origini indiane, vive da allora a Londra, sotto protezione. L’intolleranza si concretizzò nell’omicidio del traduttore giapponese del romanzo, e nell’aggressione di due traduttori, uno norvegese e l’altro italiano, Ettore Capriolo.

In India il libro, bandito dalla censura, non è mai stato pubblicato. Appena si è sparsa la voce che il festival di Jaipur – che coinvolge 262 autori provenienti da tutto il mondo, e migliaia di spettatori – prevedeva, fra gli altri, la presenza dello scrittore indo-britannico, sono cominciate le proteste di alcuni gruppi musulmani ortodossi, che hanno minacciato di far saltare la manifestazione. Fra le varie iniziative dei fondamentalisti, un premio di 100.000 rupie (1.500 euro), per chi avesse tirato una scarpa in faccia a Rushdie.

Ma il fanatismo non si è limitato alle invettive. I servizi segreti indiani hanno infatti informato lo scrittore della presenza nello stato del Rajastan di sicari pagati per eliminarlo. Rushdie ha quindi deciso di cancellare la sua partecipazione al festival, limitandosi a intervenire via satellite. Indignazione e solidarietà da parte degli autori presenti alla manifestazione letteraria che, per protesta, avevano deciso di leggere ad alta voce, durante i loro interventi, alcuni brani dal famoso romanzo, in nome della libertà di espressione e contro la censura culturale in vigore in India. Ma i quattro autori che hanno poi realmente letto dal palco del Festival le pagine dei Versetti, sono poi dovuti partire precipitosamente da Jaipur per evitare l’arresto sulla base di un doppio reato: possedere una copia del libro censurato e averlo letto in pubblico.

Come reagirà ora la comunità musulmana, davanti a questo “pubblico insulto”? Il mondo letterario indiano attende la risposta col fiato sospeso.

 

di Marta Franceschini

Marta Franceschini è giornalista, scrittrice e studiosa della cultura indiana. Vive e lavora in India.

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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