Nonostante la cassa integrazione, la diminuzione delle ore lavorate e la disoccupazione, il dramma delle “morti bianche”, cioè le morti sul lavoro, non conosce soste. L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro della Vega Engineering di Mestre, che da oltre due decenni lavora nel settore della sicurezza nei luoghi di lavoro, ha appena diffuso i dati relativi al primo semestre del 2011.
In questo periodo sono morte sul lavoro 255 persone, contro le 218 dei primi sei mesi dell’anno scorso. Un aumento del 17%, dunque, pur a fronte di una presenza sul lavoro inferiore. I due settori produttivi più colpiti sono l’agricoltura, con il 38% delle morti, e l’edilizia (23,1% delle vittime). Tra le Regioni, la Lombardia conserva il drammatico primato per numero di vittime con 37 casi, seguita dall’Emilia Romagna (22) e da Piemonte e Veneto (21). Vicinissime sono anche Sicilia (20) e Toscana (19). Tra le Province, Milano è la più colpita (con 11 vittime del lavoro, seguita da Brescia e Torino (8), Bolzano e Bologna (7), L’Aquila, Savona, Chieti e Napoli (6) Rovigo, Messina, Cagliari e Roma (5).
Se l’analisi del fenomeno viene invece rapportata alla popolazione “occupata”, cioè al numero delle persone che realmente lavorano, la Regione più affetta da morti sul lavoro risulta invece essere la Valle D’Aosta, che ha un indice di incidenza sugli occupati pari a 53,2, contro una media nazionale di 15,6. Secondo l’Abruzzo con un indice di 32,4, terza la Basilicata (21), quarto il Molise (18,1) e quinto il Trentino (17,1).
Il mese più nero del 2011 è stato finora giugno, con 52 vittime, mentre la media mensile dall’inizio dell’anno è di 43.