DA SANTORO ALLA VENTURA, FUGA DALLA RAI

DI GIORGIO VECCHIATO – La tv come il Grand Hotel, gente che va, gente che viene. E gente che resta fuori della porta rotante. Apre la serie Simona Ventura, che passa a Sky. Il direttore di Raidue, Massimo Liofredi, voleva rimpiazzarla a Quelli che il calcio con Facchinetti e, a scelta, Belèn o la Balivo. Invece la direzione generale gli impone Victoria Cabello, che Liofredi giudica inadatta. Nessuno l’ha informato, e tanto meno consultato. “Sono profondamente dispiaciuto, vorrei una spiegazione…”.

Simona Ventura, dalla Rai a Sky.

In attesa che la signora Lei dica maternamente qualcosa, avanti con le grandi manovre. Anche Lucia Annunziata fa il suo bel litigio e si dimette dalla sua mezz’ora di interviste, per inciso assai apprezzata. Forse le daranno un altro programma, forse no. E Michele Santoro, che sembrava già insediato a La7? Niente, altro buco nell’acqua. Pare che le sue richieste siano inconciliabili con la linea di quell’azienda: e qui si apre un altro psicodramma. I consiglieri Rai che già avevano mal digerito il suo allontanamento, peraltro concordato, premono per il suo rientro. La loro tesi è che La7 stia subendo pressioni di stampo berlusconiano, tali da coartare la libertà di Santoro. Che magari Santoro volesse entrare a La7 non da dipendente, ma da padrone, è una tesi finora non contemplata.

Non è escluso che nei prossimi giorni altre star entrino od escano, cambiando casacca o iscrivendosi all’ufficio di collocamento. Difficile comunque che restino disoccupate, e comunque non soffriranno la fame. Del resto è senza lavoro uno come Pippo Baudo, tanto per dire. Piuttosto, lasciando che le emittenti private facciano i loro interessi, c’è da chiedersi quale sia l’interesse attuale dell’ente pubblico, la Rai, o meglio il suo comportamento. Che non sembra, ahimè, troppo mutato dai tempi della direzione Masi.

Quel che si nota dall’esterno è in effetti uno scollamento fra i vertici Rai e le gerarchie intermedie. Per esempio Liofredi sarà più o meno bravo, ma certo ha ragione quando lamenta di essere stato scavalcato, e quindi in larga misura esautorato. Né conforta il riproporsi della storica divisione fra berlusconiani e sinistre, per cui gli uni ancora brindano allo scampato pericolo mentre, per gli altri, Santoro dovrebbe rientrare fra inni di vittoria e ghirlande d’alloro.

Certo Lorenza Lei ha appena esordito, e in una azienda travagliata come la Rai, tuttora esposta ai soffi nefasti della politica, è illusorio pretendere miracoli. Ma almeno un minimo di linearità nei rapporti interni, questo sì vorremmo vederlo.

Giorgio Vecchiato

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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