NUCLEARE PIU’ SICURO? PARBLEU, NO

E così, dopo 10 anni alla guida di Areva, il colosso nucleare francese che avrebbe dovuto costruire anche le centrali italiane, Anne Lauvergeon, Madame Atomo, è stata rimossa da Nicolas Sarkozy. Prenderà il suo posto Luc Orsel, direttore generale di Areva, ma l’avvicendamento è di quelli traumatici.

Anne Lauvergeon con Nicolas Sarkozy.

Già capo gabinetto di Francois Mitterrand, la Lauvergeon aveva saputo ben navigare, fino appunto a conquistare la testa di un’industria strategica per la Francia, l’unico Paese al mondo a ricavare dal nucleare più del 74% dell’energia elettrica (la media, nei Paesi nucleari del resto del mondo, va di solito dal 20 al 35%). Negli ultimi anni, però, era venuta ai ferri corti con Edf  (Electricité de France), il colosso statale dell’energia (che è anche azionista di Areva al 2,5%) e, in particolare, con il suo patron Henri Proglio, caro alle simpatie di Sarkozy.

Al di là delle faide personali, però, la disputa ha un fondo tecnico-politico che interessa, di fatto, tutta l’Europa. La Lauvergeon (alla quale peraltro Sarkozy aveva offerto, invano, un ministero nel 2007) è la grande sostenitrice  del reattore Epr (European Pressurized Reactor o anche Evolutionary Power Reactor o Reattore di Terza Generazione) , un reattore di nuova concezione destinato, nelle intenzioni a produrre più energia e con maggiore sicurezza (più sistemi di raffreddamento d’emergenza, maggiore protezione del nocciolo e altri accorgimenti) dei reattori di generazione precedenti, i cosiddetti Pwr (Pressurized Water Reactor).

Gli Epr erano non solo il grande progetto della Lauvergeon ma la grande speranza della Francia di diventare il maggior fornitore mondiale di centrali “chiavi in mano”.  Le quattro centrali che avrebbero dovuto essere costruite in Italia prevedevano, appunto, reattori Epr prodotti da Areva. La Cina (primo Paese non europeo a ordinare questo tipo di reattori) sta costruendo due centrali Epr a Taishan, nella provincia industriale di Guangdong.

Operai finlandesi nel cantiere della centrale di Olkiluoto.

Tutto bene? Non proprio. In Finlandia la costruzione della centrale di Olkiluoto, dotata appunto di reattori Epr dell’Areva, è diventata una Via Crucis e procede con tre anni di ritardo. Areva ha dovuto accantonare 2,6 miliardi di euro per coprirsi le spalle di fronte a ritardi e disfunzioni. Uno scacco che succede a quello di un anno e mezzo fa, quando gli Emirati Arabi Uniti respinsero la proposta di Areva per la costruzione di 4 reattori nucleari e scelsero, invece, quella di un consorzio della Corea del Sud (con la partecipazione di aziende di Usa e Giappone). Un affare da 2’0 miliardi di dollari sfumato nel deserto, con un Sarkozy fumante di rabbia.

La sorte della Lauvergeon era segnata da allora. E il disastro di Fukushima, che pure sembrerebbe dare ragione alle sue teorie, ha provocato perdite tali (le azioni Areva sono crollate del 28%) da metterla in ulteriore difficoltà.  Sarkozy vuole incassare. Il progetto di un reattore molto potente (l’Epr  può arrivare a produrre 1600 Megawatt), molto più sicuro dei precedenti ma, proprio per questo, molto più costoso e complicato, non gli interessa. Soprattutto in un’Europa che, dalla Germania all’Italia, passando per la Svizzera e la Spagna, ha tirato il freno allo sviluppo del nucleare. Via libera, dunque, a reattori più “vecchi”, meno potenti, meno sicuri ma più facili da vendere. Per la sicurezza, passare più tardi.

 

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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