Randstad Holding, multinazionale olandese presente in 43 PAesi con 4.200 filiali (200 in Italia) e 25.700 dipendenti (700 in Italia), è la seconda azienda al mondo nella ricerca e selezione del personale. Il suo Workmonitor trimestrale, dunque, realizzato in 23 Paesi, è di notevole interesse per sondare le tendenze del mercato del lavoro.
L’ultima indagine, realizzata su 3.200 lavoratori di età compresa trra i 18 e i 65 anni in Italia, Frrancia, Gran Bretagna, Germania e Usa, era puntata sull’uso dei social network per promuovere la propria posizione professionale o cambiare posto di lavoro. Ne sono usciti dati interessanti soprattutto riguardo alla situazione italiana.
Il 72% dei lavoratori italiani presi in esame possiede un account su un social network (quanto gli inglesi e solo poco sotto gli americani, che sono al 77%) e il 54% di loro dichiara di averlo rinnovato nell’ultimo mese, molto più degli americani (49%), degli inglesi (47%), dei francesi e dei tedeschi (43%). Gli italiani, inoltre, tendono a fidarsi (47% di sì) delle informazioni “postate” sui social network a proposito delle aziende che a loro interessano, mentre gli inglesi sono i meno propensi (35%) a fidarsi. Più di un italiano su due (59%), inoltre, tende a non presentare la propria candidatura lavorativa a un’azienda che “figura male” sul web.
Gli italiani, però, sono anche chiacchieroni. Guidano la classifica, nel Workmonitor Randstad, tra i lavoratori che condividono opinioni sulla propria azienda e sull’andamento del lavoro con altri attraverso i social network: il 27% degli italiani ne parla su Twitter, contro il 20% dei tedeschi, il 17% di inglesi e francesi e il 14% degli americani.
E chi vuole cambiare posto di lavoro? Beh, la necessità vince. Il 33% degli italiani vuole farlo a causa di circostanze impreviste (fusioni, riorganizzazioni…) e il 25% a causa del datore di lavoro. Solo il 13% vorrebbe cambiare per crescere nella stessa professione e solo il 7% per salire di grado.