LADRUNCOLI DI TUTTO IL MONDO…

I clienti più onesti e i commessi più scrupolosi? A Taiwan, dove solo lo 0,87% del valore delle merci va perso per i furti dei clienti o dei dipendenti o per errori contabili nella gestione dei negozi. Male, molto male invece l’India, dove la percentuale è del 2,72% e il valore delle merci rubate o sprecate è pari a 2,2 miliardi di dollari l’anno.

Taccheggio

Gli inglesi hanno coniato un termine apposito per designare l’insieme di furti da “fuori” e da “dentro” e gli sprechi nei negozi: lo chiamano shrinkage e gli dedicano accurate ricerche. La più recente è quella del Centre for Retail Research di Nottingham, intitolata The Global Retail Theft Barometer 2010. Una cosa seria, mica storie: 42 Paesi analizzati e per la prima volta la Russia compresa nell’indagine. Prima la buona notizia: nel 2010 lo shrinkage è diminuito  del 5,6% rispetto al 2009, anno che fece registrare il picco storico. Poi la cattiva notizia: per ottenere questo risultato, negozianti e aziende hanno dovuto aumentare del 10% gli investimenti in sicurezza e controlli, arrivando a spendere in questo campo 26,8 miliardi di dollari. Danno totale, calcolato su scala mondiale: l’1,36% delle merci in vendita al dettaglio per un danno pari a 107,3 miliardi di dollari (quasi 79 miliardi di euro). E ancora: se furti e boiate sparissero, ai ritmi del 2010 ogni famiglia del mondo avrebbe risparmiato (sull’anno) 185,59 dollari.

Naturalmente non tutto il mondo è Paese, ma nel senso che ognuno fa danni a modo proprio. In tutta l’Asia, per esempio, come pure in Europa, sono furti e furtarelli dei clienti a farla da padrone. Ma negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, chissà perché, sono i furti dei dipendenti a produrre le maggiori perdite. Negli Usa i furti dei clienti hanno bruciato merci per un valore di 13,7 miliardi di dollari ma quelli di impiegati e commessi per ben 17,2 miliardi. Tutt’altro che trascurabile, poi l’impatto dei puri e semplici errori: sono pari al 16,9% delle merci “bruciate”, con una perdita di 18,1 miliardi di dollari.

Inevitabile arrivare alla classifica dei Paesi. L’India stacca tutti, nessuno le arriva nemmeno vicino per quantità di danni inflitti col furto o con l’errore. Secondi  a pari merito (con una quota di shrinkage pari all’1,62% delle merci in vendita) il Brasile e il Marocco, poi il Sudafrica, la Russia (1,61%) e il Messico. Gli Usa sono quinti (1,50%), appena dietro la Turchia e subito prima dell’Argentina. L’Italia ha un piazzamento dignitoso: 26° su 42 Paesi con l’1,28%, prima di un mito nordico dell’ordine come la Finlandia. Ma il dato più consolante è un altro: dal 2009 al 2010 lo shrinkage da noi è calato del 5,9%, il che ci mette al sesto posto nel mondo per miglioramento dopo Svizzera (- 9%), Canada e Marocco (- 8,4%), Australia (- 7,3%) e Usa (- 6,8%).

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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