QUANDO LA DIASPORA SI APPELLA A ISRAELE

Qualcuno ne avrà sentito parlare. E’ l’Appello alla ragione che lo European Jewish Call for Reason (Appello alla Ragione degli ebrei europei) sta diffondendo tra tante polemiche. L’hanno promosso intellettuali come Alain Finkielkraut e Bernard-Henry Levy, il Nobel per la Fisica Daniel Cohen-Tannoudji, politici come Ruth Dreifuss (ex presidente della Svizzera) ma anche uomini e donne impegnati nell’economia e in tante altre attività. Prima di discuterne conviene leggerlo. Eccolo.

E' il 1948, lo Stato di Israele è nato.

E' il 1948, lo Stato di Israele è nato.

“Siamo cittadini ebrei di Paesi europei impegnati nella vita politica e sociale dei nostri rispettivi paesi. Qualunque sia il nostro percorso personale, il legame con Israele è parte costitutiva della nostra identità. Il futuro e la sicurezza di questo Stato al quale siamo molto legati ci preoccupano. Ancora una volta l’esistenza di Israele è in pericolo. Il pericolo non proviene soltanto dalla minaccia di nemici esterni, ma dall’occupazione e dalla continua espansione delle colonie in Cisgiordania e nei quartieri arabi di Gerusalemme Est, un errore morale e politico che alimenta, inoltre, un processo di crescente, intollerabile delegittimazione di Israele in quanto stato. Per questa ragione abbiamo deciso di mobilitarci intorno ai principi seguenti :

  1. Il futuro di Israele esige di giungere a un accordo di pace con il popolo palestinese sulla base del principio di “due popoli, due Stati”. Lo sappiamo tutti, l’urgenza incalza. Presto Israele sarà posta di fronte ad un’alternativa disastrosa : o diventare uno Stato dove gli ebrei saranno minoritari nel proprio Paese o mantenere un regime che trasformerebbe Israele in uno Stato paria nella comunità internazionale e in un perenne teatro di guerra civile.
  2. È essenziale che l’Unione Europea a fianco degli Stati Uniti eserciti una pressione forte sulle parti in lotta e le aiuti a giungere a una composizione ragionevole e rapida del conflitto. L’Europa, in ragione della sua storia, ha una grande responsabilità in questa regione del mondo.
  3. Se la decisione ultima appartiene al popolo di Israele, la solidarietà degli ebrei della Diaspora impone di adoperarsi perché questa decisione sia quella giusta. Allinearsi in modo acritico alla politica del Governo israeliano è pericoloso perché va contro i veri interessi dello Stato d’Israele.
  4. Vogliamo dare vita a un movimento europeo capace di fare intendere a tutti la voce della ragione. Un movimento che si ponga al di sopra delle differenze di parte e di ideologia e che abbia come ambizione la sopravvivenza di Israele in quanto stato ebraico e democratico, sopravvivenza strettamente legata alla creazione di uno stato palestinese sovrano e autosufficiente.

E’ in questo spirito che chiediamo a tutti coloro che si riconoscono in questi principi di firmare e fare firmare questo appello”.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. fabio cangiotti said:

    Caro Fulvio, sono d’accordo con chi giudica questo appello debole incongruo e autolesionista, comunque ideologicamente non sopra le parti come dichiara nelle intenzioni. Infatti ho aderito al controappello “Con Israele, con la ragione”. Perché non pubblichi nel tuo blog anche questo appello, in modo che i lettori possano fare un confronto?
    Ciao, a presto.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,
    buona idea, lo cerco e lo pubblico.

    Fulvio

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