PEDOFILIA: E’ RATZINGER IL CORAGGIOSO

Per natura, formazione e congenita ingenuità, ho sempre fatto fatica a credere ai complotti. Men che meno a quelli internazionali, con Stati, organismi, gruppi e individui che conducono azioni coordinate per il raggiungimento di un unico scopo. Devo però ammettere che anch’io trovo qualcosa di sospetto nell’accanimento con cui si cerca di volgere il già umiliante “scandalo pedofilia” in un atto d’accusa versa la Chiesa intera e lo stesso Papa.

Papa Benedetto XVI.

Papa Benedetto XVI.

Che nel gestire la vicenda ci siano stati fin troppi scivoloni comunicativi lo hanno già fatto notare osservatori assai più qualificati di me, come John Allen, vaticanista della Cnn e del National Catholic Reporter, e Vittorio Messori sulla prima pagina del Corriere della Sera del giorno di Pasqua, quindi possiamo chiuderla lì. Quello che non torna è l’accanimento che da certe tribune spira nei confronti di Benedetto XVI, e più in generale lo scetticismo con cui molti giudicano la sua azione sullo “scandalo preti pedofili”. E non torna perché è chiaro che se c’è un coraggioso, in questa storia di per sé umiliante, è proprio lui, papa Ratzinger.

Proviamo a mettere in fila qualche fatto.

  • Lo scandalo è esploso durante il papato di Benedetto XVI proprio perché questo Papa lo ha voluto. Nella Lettera pastorale ai cattolici d’Irlanda, inoltre, egli ha parlato assai chiaro: ai preti che si sono macchiati di abusi è garantito il perdono cristiano, il che non li esime dall’inevitabile processo canonico e penale.
  • Il Paese in cui lo scandalo è stato con più cura indagato è l’Irlanda, dove si è messo all’opera l’ex premier e attuale ministro della Giustizia, Bertie Ahern. Al momento di presentare il proprio rapporto, questi ha tenuto a ringraziare le autorità ecclesiastiche per la collaborazione prestata alle autorità civili. Altrettanto si è vista costretta a fare in Germania Angela Merkel, che pure era partita criticando la Chiesa.
  • Per ripulire il bubbone, il Papa non ha esitato a mettere a subbuglio le conferenze episcopali di mezzo mondo. E’ chiaro, infatti, che sono le Chiese locali a portare in prima battuta il peso pratico e concreto degli abusi scoperti, dei pastori rivelatisi lupi, della sfiducia che potrà nascere nei fedeli, delle eventuali cause legali.
  • La Conferenza episcopale tedesca, che per tante ragioni si presume vicina al cuore del Papa, ha accolto con favore la nomina da parte del Governo tedesco dell’ex ministra per la Famiglia, Christine Bergmann, come delegata
    Christine Bergmann.

    Christine Bergmann.

    indipendente per l’indagine degli abusi sessuali e, soprattutto, per i contatti con le vittime e le loro famiglie. La Bergmann ha 70 anni, è socialdemocratica, è stata sindaco di Berlino e ministro per la Famiglia nel Governo Schroeder, ha 7 figli. Non pare il tipo malleabile, quello che si fa impressionare da un vescovo o da un cardinale.

  • L’operazione verità tocca non solo il clero diocesano ma anche i movimenti. E’ di pochi giorni fa la notizia che i Legionari di Cristo hanno riconosciuto gli abusi commessi dal loro fondatore, Marcial Maciel Degollado, morto nel 2008, su alcuni seminaristi.
  • La sensibilità di papa Ratzinger sulla questione dei preti pedofili non è di oggi. E infatti la Conferenza episcopale americana, la prima a essere investita dalle rivelazioni e dalle loro conseguenze, può oggi dire che nel 2009 il numero di denunce per abusi sessuali a carico di religiosi è calato ai minimi storici.

Tutto questo non serve per negare il problema, drammatico nella sostanza e nelle dimensioni, e meno ancora per sminuire le sofferenze delle tante, troppe vittime. Non sarebbe la prima volta, però, in cui il Vaticano da “vittima” viene fatto passare per “carnefice”. Per dirla altrimenti: Ratzinger è quello che sta cercando di guarire la piaga della pedofilia mentre c’è

Don Leonardo Zega.

Don Leonardo Zega.

chi lo dipinge come un complice o un debole. E’ possibile che questo Papa un po’ particolare, il teologo chiamato a farsi anche uomo di governo (della Chiesa), lo studioso capace di intuizioni contro corrente sull’economia e sulla società, dia fastidio a qualcuno? Chissà. Intanto vorrei ricordare un episodio. Nel 1997, don Leonardo Zega, direttore di Famiglia Cristiana, in occasione di alcuni episodi di cronaca nera a sfondo famigliare, fece al giornale una copertina con il titolo “Maledetti pedofili”. Accanto al titolo, la durissima citazione del Vangelo di Matteo: “Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui gli fosse appesa al collo una macina e fosse gettato negli abissi del mare”. Seguirono un sacco di polemiche, quasi tutte tese a dimostrare che don Zega era esagerato e impulsivo. Guarda caso, alcuni dei “moderati” di allora sono i “rigoristi” di adesso.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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