CALIFORNIA: TERMINATOR E LO SBALLO

C’è qualcosa di perfido nelle vicende della California, lo Stato che ha dato agli Usa tre presidenti (Herbert Hoover, Richard Nixon che ci era nato e Ronald Reagan che ne era stato  Governatore) e che dal 2003 ha per Governatore Arnold Alois Schwarzenegger, culturista e attore (Terminator, per capirci), repubblicano come i tre più illustri politici appena citati.

Eccolo, inconfondibile: Terminator.

Eccolo, inconfondibile: Terminator.

Saranno stati i pasticci dei precedenti Governatori, sarà la sfortuna di imbattersi nella crisi economica mondiale, sarà che il cinema non è la politica e nemmeno il governo della cosa pubblica, fatto sta che alla fine del secondo mandato Schwarzenegger la California è sull’orlo della bancarotta. Lo Stato del sole e del cinema ha accumulato un passivo di 20 miliardi di dollari. Nello scorso gennaio Terminator ha presentato un

... e in quelli di Terminator.

... e in quelli di Terminator il distruttore.

Schwarzenegger nei panni del Governatore...

Schwarzenegger nei panni del Governatore...

piano per metterlo sotto controllo, o almeno ridurlo, che sembrava tratto da uno dei suoi film, tutto lacrime e sangue: taglio di 1 miliardo di dollari ai programmi di welfare per le famiglie con figli, via un programma da 126 milioni di dollari di assicurazioni sanitarie per i bambini, restrizioni all’assistenza sanitaria pubblica (risparmio: 500 milioni), chiusura della rete di assistenza sanitaria a domicilio per le famiglie povere. Scelte magari obbligate ma che hanno procurato a Schwarzenegger un mare di contestazioni.

La cosa buffa è che la salvezza potrebbe arrivare dalla droga. Sì, perché una proposta di referendum promossa da Richard Lee, 47 anni, attivista storico delle campagne per la liberalizzazione della marijuana, ha superato di slancio la soglia di 434.000 firme, quella necessaria per essere convalidata. Questo Lee dev’essere un gran furbone perché tutta la sua campagna si è svolta all’insegna di due verbi: liberalizzare (il consumo) e tassare (i profitti). Ed è già stato calcolato che il secondo verbo potrebbe portare alle casse dello Stato di California ben 4 miliardi di dollari l’anno.

Richard Lee, 47 anni, promotore del referendum per il libero consumo di marijuana. Le piantine sullo sfondo...

Richard Lee, promotore del referendum per il libero consumo di marijuana. Le piantine sullo sfondo...

L’argomento fa presa sui cittadini, che pensano: io non fumo erba, quindi me ne frego; quelli che fumano contribuiscono a sanare il deficit, e la salute è affare loro. Difatti, i sondaggi dicono che il 56% dei californiani approva l’idea. Purtroppo per lui, Terminator non potrà approfittare di questo sostegno economico: il referendum si terrà in novembre, insieme con l’elezione del nuovo Governatore. Toccherà poi a Obama districare la matassa: la liberalizzazione totale del consumo di marijuana viola la legge federale, ma i 4 miliardi potrebbero salvare la California dal collasso fianziario. Quale sarà il male minore?

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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