HUNZIKER: DONNE, ORA DIFENDIAMOCI

Rosanna Biffi, collega e amica, mi permette di pubblicare questa intervista a una Michelle Hunziker per molti versi sorprendente. Grazie davvero.

 

A Michelle Hunziker non difettano certo bellezza e bravura, ma è la simpatia generosa a renderla irresistibile. Così, con la semplicità che mette in tutto, ha anche saputo trasformare un proprio dramma in un aiuto per tante donne. Per anni ha subìto le molestie telefoniche e le minacce di tre stalker, ha reagito e denunciato e due anni fa ha creato la Fondazione Doppia Difesa con l’avvocato Giulia Bongiorno, ora anche parlamentare del PdL. Lo scopo principale è fornire assistenza psicologica e legale alle donne vittime di violenza e comportamenti persecutori. Grazie anche alla notorietà delle fondatrici, le richieste di aiuto a Doppia Difesa sono in continuo aumento.
  

 

Michelle Hunziker con Giulia Bongiorno, avvocato, parlamentare del PdL e relatrice della legge sullo stalking.

Michelle Hunziker con Giulia Bongiorno, avvocato, parlamentare del PdL e relatrice della legge sullo stalking.

 

 

– Michelle, la legge sullo stalking ha cambiato qualcosa per lei?
      «Sì. Io per anni avevo presentato denunce su denunce, ma non riuscivo assolutamente a venirne a capo, perché magistrati e forze dell’ordine avevano le mani legate. Ora, grazie alla legge sullo stalking entrata in vigore quest’anno, uno dei miei stalker è stato condannato qualche mese fa. Devo dire che io e Giulia Bongiorno la sentiamo anche “nostra” questa legge, perché lei ne è stata relatrice e io ho fatto molto rumore attraverso la stampa per parlare dello stalking. Grazie alla legge si è mosso veramente tanto: i magistrati non hanno più le mani legate e in alcuni mesi ci sono state molte denunce e molti arresti. La legge ha dato un po’ più di sicurezza alle donne: adesso quando denunciano sanno che si può intervenire».
– Pensa di aver dato un esempio, parlando pubblicamente del proprio caso?
      «Io tendo a dire: ho creato la Fondazione Doppia Difesa perché mi sento fortunata rispetto ad altre. Ho potuto proteggermi nel momento in cui non c’era possibilità di denuncia, perché avevo le guardie del corpo, mentre mi sono resa conto delle lacune che la giustizia presentava per altre donne con vicende simili. Il mio è stato un piccolo contributo per aiutare altre, anche perché ormai ho davvero un’esperienza in questo campo. Questa iniziativa mi fa sentire bene. Tutto qua».
 

Il logo della Fondazione Doppiadifesa.

– Sempre più donne si rivolgono a Doppia Difesa
      «Il 90% di chi affronta il problema con noi ha bisogno di consigli psicologici e sanitari, ma soprattutto legali. Spesso ci chiamano donne che sono in un momento disperato e alle quali serve, innanzitutto, avere delucidazioni su come procedere. Poi, se abbiamo donne che tirano fuori davvero il coraggio e chiedono un patrocinio, offriamo un percorso legale completo e gratuito. Però è già più difficile, perché in quei casi le donne devono proprio uscire allo scoperto e denunciare. E spesso prima che denuncino passa tanto tempo, perché hanno paura».
– C’è chi si rivolge a lei personalmente?
      «Nel sito www.doppiadifesa.it abbiamo una finestra, e da lì ogni donna che ci scrive verrà contattata. Ci sono momenti nei quali facciamo riunioni con le nostre donne e lì vedono anche me: Però io, più che altro, dò un conforto emotivo e non psicologico o sanitario, perché potrei anche sbagliare. Però mi è capitato, ad esempio, il caso di una ragazza che, dai 6 ai 16 anni, era stata violentata a turno da cugini e fratelli, e in conseguenza di questo, poverina, era diventata autolesionista. A vent’anni si è rivolta proprio a me e ora la stiamo aiutando. Si è rivolta a me perché riesce a non farsi male quando vede delle cose mie, che la fanno sorridere. Dice: “Tu mi aiuti molto perché a volte, quando sto per farmi del male, guardo un tuo spettacolo e riesco ad alleggerirmi”. È una mia fan, la seguo io perché è un caso particolare, ma per non sbagliare anche con lei faccio solo incontri di sostegno emotivo».
– Cosa augura alle donne per il 2010?
      «Che sappiano unirsi tra loro. Auguro tantissima gioia, e femminilità, perché non sono assolutamente una femminista, sono una donna che ama gli uomini. Spero che le donne possano avere coraggio, le mamme per i loro figli, le donne per sé stesse. Che abbiano il coraggio di agire e reagire, che si rendano conto che non subire è il primo passo verso una cultura diversa».

di Rosanna Biffi

Pubblicato su Famiglia Cristiana n.1/2010

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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