LO STUPRATORE ROMANO COLPISCE, LA DESTRA LEGGE E ORDINE TACE

Un crudele contrappasso colpisce la città di Roma: dove più cinica e spietata era stata la campagna del centrodestra sulla sicurezza, fino a portare Gianni Alemanno (che fu peraltro buon ministro dell’Agricoltura) alla poltrona di sindaco; nelle strade dove per primi furono dispiegati i soldati; ebbene, lì ora si aggira addirittura uno stupratore seriale. Gli si attribuiscono almeno 5 stupri, confermati dagli esami del Dna. E se non fosse che l’informazione in Italia ormai oscilla solo tra propaganda e polemica, qualcuno avrebbe già notato che, secondo le statistiche, solo il 40% degli stupri viene effettivamente denunciato. Al criminali romano, quindi, bisognerebbe con realismo attribuirne almeno 12.

       stupri1.jpg
      A voler essere maligni, bisognerebbe ora applicare alla politica del centrodestra sulla criminalità lo stesso sillogismo caro a Berlusconi e a Tremonti sulla crisi economica. Loro dicono che chi parla della crisi (con previsioni peraltro poi confermate da tutti i documenti del Governo) contribuisce ad aggravare la crisi stessa. Potremmo allora dire, anche alla luce dei risultati ottenuti, che chi parla della criminalità contribuisce a incrementarla. Scherzi a parte, resta il fatto che il gran parlare di sicurezza non si traduce in azioni efficaci e pari ai propositi. Restando agli stupri: nel 2008 sono stati 480 a Milano (1 milione e 300 mila abitanti), governata dal centrodestra ormai da vent’anni consecutivi, e 317 a Roma (2 milioni e 724 mila abitanti), dove fino ad allora aveva governato quel mollaccione di Veltroni. E non dimentichiamo, a proposito di balle e di retorica: dal 2007 al 2008 gli stupri in Italia sono andati in calo (e non in crescita, come recitava la propaganda della destra), da 5.062 a 4.637, l’8,4% in meno.
      Ovviamente le questioni relative alla criminalità sono assai più complicate di così. Né Alemanno né Veltroni, per quanto abili o inetti amministratori, potrebbero cambiare da soli la situazione di realtà difficili e intricate come quelle delle grandi metropoli. Ma è diventato insopportabile il peso delle fanfaronate che i fautori del motto “legge e ordine” continuano a sparare qua e là solo per giustificare le assurde promesse del periodo elettorale, e lo scaricabarile in cui la Lega Nord si esercita ai danni degli immigrati, con un evidente imbarbarimento del Paese, ben testimoniato dal numero crescente di atti violenti nei confronti degli stranieri.
      L’idea è che l’immigrazione, di per sé, comporti un aumento della criminalità. Non più l’immigrazione clandestina, come era facile sentir dire fino a qualche tempo fa, ma l’immigrazione in genere. Lo testimoniano anche i risultati della ricerca Transatlantic Trends – Immigration (www.transatlantictrends.org). Chiamati a confermare o smentire la seguente affermazione – “L’immigrazione in generale farà aumentare il crimine nella nostra società” – il 31% degli italiani ha detto di essere assolutamente d’accordo e il 36% di essere in qualche modo d’accordo. Nessuno di questi, ovviamente, saprebbe spiegare come mai tra il 1990 e il 2003 il numero dei permessi di soggiorno concessi a stranieri è cresciuto di 5 volte mentre il numero dei reati è sempre andato in calando. Ma tant’è.
      Un ultimo particolare: a pensarla in quel modo sull’immigrazione non siamo i soli. Ma siamo di gran lunga i più convinti. Tra “assolutamente” e “in qualche modo” d’accordo con l’idea che l’immigrazione genera criminalità noi arriviamo al 67% (31 più 36), i polacchi al 63%, gli olandesi al 61%, gli inglesi al 55%, i tedeschi al 57%, i francesi al 28%, gli americani al 47%. La media europea è al 52%. Bel colpo.
 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top