Offro un modesto contributo affinché non sparisca negli archivi la seguente notiziola. La finanziaria libica Lafitrade, a sua volta controllata dalla Lafico, finanziaria personale della famiglia Gheddafi, è entrata nel capitale di Quinta Communications, grande società francese di produzione televisiva e cinematografica il cui il principale azionista è l’uomo d’affari tunisino Tarek ben Ammar, che è tra l’altro consigliere di Mediobanca e di Telecom. A fine aprile il colonnello Gheddafi ha speso 19 milioni di euro per sottoscrivere, in occasione di un aumento di capitale, 258.433 azioni di Quinta Communications e ottenere così una quota del 10% della società.
Se fate un salto sul sito di Quinta (www.quintaindustries.com), trovate alla prima riga della storia del gruppo la seguente ricostruzione: “Quinta Communications nacque nel 1990 dall’incontro tra Silvio Berlusconi e Tarek Ben Ammar…”. E già, perché la famiglia Berlusconi, attraverso la società Trefinance (che ha sede in Lussemburgo e ha in portafoglio partecipazioni in altre società e in decine di fondi di private equity, oltre che un bel gruzzolo contante), a sua volta controllata dalla Fininvest, prima di quest’ultimo aumento di capitale era socia al 29,67% della Quinta Communications.
Sembra complicato ma non lo è. In termini pratici, degni di noi cittadini qualunque: quando il colonnello Gheddafi è venuto a Roma, ha incontrato non solo il Silvio Berlusconi capo del Governo italiano ma anche il Silvio Berlusconi suo socio in affari. O meglio: il padre dei suoi soci in affari, perché come sappiamo il “conflitto d’interessi” è stato dal cavalier Berlusconi risolto una volta per sempre intestando le aziende di famiglia ai famigliari. Passo e chiudo.
una gran bella notizia davvero!
O tempora, o mores!
Cara Mardi, tu no perché insegni. Ma anche gli studenti di adesso del liceo si ricordano solo queste frasi fatte?
Ciao, a presto
Fulvio
speriamo che non vivano di frasi fatte, soprattutto