NOI PAGHIAMO LA TASSA SULLA PAURA MA GUERRE E TERRORISMO SONO IN CALO

Non vi è mai venuto il dubbio che tutta quest’ansia da pericolo, quest’idea che da qualche parte c’è qualcuno che lavora per distruggerci, in definitiva l’incitamento a vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo del nostro mondo, come se il caos stesse per irrompere nel nostro salotto, come se il mondo stesse andando a rotoli, fosse almeno in parte una bufala interessata? A me sì. E ho trovato qualcuno che non solo la pensa come me (non siamo proprio pochi) ma riesce ad argomentarlo con lucidità e con il giusto apparato di dati.


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Vi dirò dopo di chi si tratta. Adesso mi preme riprendere alcune delle sue constatazioni.
1. A dispetto delle previsioni dei militaristi di ogni latitudine, la pace avanza nel mondo. Non ci credete? Allora sappiate che “nel secondo ventennio del Novecento si contavano 4,2 morti ogni 100 mila abitanti dovuti a guerre e altre forme di particolare violenza. Dalla fine della secondo guerra mondiale in poi è iniziata una discesa che ha portato questo tasso al più basso valore dell’intera epoca moderna, lo 0,3 per 100 mila”. Insomma, dai primi del Novecento agli ultimi, la mortalità mondiale dovuta a guerre e violenze similari è calata del 68%.
2. Il terrorismo internazionale è in netto calo e lo è da almeno un ventennio. L’11 settembre, a dispetto di tutta la retorica, non ha cambiato il mondo né ha aperto una fase nuova. “Secondo il Dipartimento di Stato Usa e il Rand-Mipt gli attentati terroristici internazionali hanno toccato il culmine nel 1986 con 647 casi e sono poi sempre scesi fino ai 247 del 2007”. D’altra parte, noi europei non abbiamo seguito la strada americana della limitazione dei diritti civili e della folle corsa agli armamenti per una sola ragione: perché non ne abbiamo bisogno, a dispetto di tutte le farneticazioni dei neocon.
3. Anche i dati sulla criminalità violenta mostrano un generale e netto declino. Si è rivelata di particolare efficacia, poi, la lotta contro le droghe e il narcotraffico, visto che oggi la produzione di stupefacenti è sostanzialmente limitata a due Paesi, Afghanistan (papavero da oppio) e Colombia (coca), mentre solo un decennio or sono i Paesi produttori erano almeno una decina.
Devo queste e tante altre informazioni all’ultimo, ottimo libro di Pino Arlacchi: L’inganno e la paura (edito da il Saggiatore). Ve lo consiglio vivamente. Un po’ perché tira su di morale riguardo alle sorti dell’umanità. E un po’ perché ci aiuta a prender coscienza del fatto che la paura rende. Non a noi, certo, che anzi alla paura paghiamo una consistente tassa. Ma a molti altri sì: pensate che il 70% del budget dell’intelligence Usa (cioè 45 miliardi di dollari su 60) è speso per i servizi di appaltatori privati e sarà facile rendersi conto. Per ridurre il costo della paura è necessario sapere come vanno davvero le cose nel mondo. Il libro di Arlacchi ci aiuta, e molto.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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