LA GUERRA DI GAZA E IL PARTITO DEGLI “SPARA SPARA”: POVERA BORGHESIA ITALIANA

      L’editoriale di Ostellino sulla prima pagina di oggi completa il capolavoro giornalistico che il Corriere della Sera ha realizzato negli ultimi giorni, riuscendo quasi a far scomparire la parola “Gaza” dalle cronache. Non un’immagine dalla Striscia, ovviamente, ma articoli su articoli sulle ragioni di Israele, sul fanatismo di Hamas, sull’appoggio internazionale alle decisioni del Governo Olmert. Con un effetto surreale: la guerra di Israele è giusta ma del nemico non sappiamo nulla perché, con uno stile degno della vecchia propaganda sovietica, non lo si nomina, non lo si mostra, delle sue ragioni e delle sue affermazioni non si parla. Chissà se esiste davvero?

     Ostellino chiude il cerchio. Intendiamoci, sulla Stampa è persino rispuntato Antonio Martino, così preso dalla sua foga anti-araba da dare dell’antisemita al presidente francese Sarkozy, quindi tutto è possibile. Ma l’editoriale di cui sopra è, nel suo genere, un piccolo capolavoro. Il concetto, anche se il giornalista cerca di pasticciarlo con citazioni che vanno da Sofri alla Arendt a Bentham, è semplice: in generale tutta la colpa è degli arabi, nel particolare di questa crisi è di Hamas, paragonato niente meno che a Hitler e al nazismo.

    E’ abbastanza difficile trovare radunate tante sciocchezze per giustificare una sola affermazione, per giunta rozza. Che una cosa così faccia da porta-bandiera al quotidiano della meglio borghesia italiana dimostra che cosa sia, o sia diventata, la classe che nel nostro Paese dovrebbe dettare il passo dello sviluppo economico e della civiltà politica. Un simile articolo, infatti, presume che il lettore non sappia nulla di storia e quindi ignori il fatto che l’Inghilterra, potenza mandataria in Palestina dal 1922 al 1947, avesse promesso nel 1917  ai leader del movimento sionista (con la Dichiarazione Balfour) proprio quanto nel 1916 aveva promesso a Hussein ibn Ali, sceriffo della Mecca: uno Stato autonomo e indipendente a base religiosa. Musulmano per gli uni, ebraico per gli altri. Si sa com’è andata. Ma la fregatura presa forse contribuisce a spiegare perché i Paesi arabi non presero con fair play la nascita del pur legittimo Stato ebraico, lanciandosi in una serie di guerre dall’esito disastroso. Allo stesso modo il lettore di Ostellino non sa (anche perché nessuno glielo racconta) che i sionisti più saggi, quelli che conoscevano la Palestina, si erano premurati di avvisare i compagni di ideale del fatto che quella terra non era deserta, anzi, era assai popolata, per di più da gente che con ogni probabilità non avrebbe gradito l’improvviso ritorno dei “padroni di casa”. 

    Il Corriere non ci risparmia neppure l’equazione Hamas uguale Hitler, che fa sempre effetto. Perché contro i nuovi Hitler tutto è permesso, ovviamente, quindi non si può certo stare a guardare se ci rimettono la pelle centinaia di donne e bambini. Certo, c’è il piccolo particolare che Hitler aveva dietro di sé la potenza (militare ma non solo) della Germania, agli inizi del secolo scorso uno dei Paesi più sviluppati e industrializzati del mondo, mentre Hamas spara i razzi Qassam. Certo, c’è il piccolo particolare che Israele può radere al suolo Gaza e decimare i palestinesi che la abitano mentre Hamas non può fare il contrario. Ma che fa, mica andremo a spaccare il capello, anche se poi la legittimità politica di un’azione militare si giudica dai risultati ottenuti, dai mezzi impiegati e dal costo sopportato dai belligeranti e dalle popolazioni,e così sarà anche per questa guerra di Gaza.

  Ostellino, poi, fa la scoperta del secolo: la responsabilità di questa crisi è di Hamas. Qualcuno lo nega? Figuriamoci, lo ha detto persino il leader palestinese Abu Mazen. Ma questo vuol dire che la risposta di Israele è insindacabile? Che non si può porre alcun limite al diritto a difendersi? Che qualunque mezzo e prezzo è legittimo? E se Israele decidesse di usare la bomba atomica, che detiene fuori da qualsiasi trattato internazionale, per risolvere il problema di Hamas una volta per tutte? Perché no, in fondo: nulla ci dice, almeno fino a queste ore, che l’invasione di Gaza basterà a sradicare Hamas e i lanciatori di razzi. Nè che l’obiettivo di eliminare Hamas sia raggiungibile, o che ciò che eventualmente ne prenderà il posto sarà migliore di questi idioti barbuti che hanno pianificato una piccola strage di cui vantarsi presso l’Iran e gli altri regimi arabi e che adesso si trovano alle prese con una strage enorme.

     Quando in Palestina si scatena una crisi come quella che stiamo vivendo, in Italia subito alza la voce il partito dei “spara spara”. Un carro di Tespi un po’ penoso, che valuta l’efficacia delle azioni dal numero delle bombe lanciate e che per di più fa finta di fare analisi politiche in nome dell’amicizia con Israele. Li abbamo visti all’opera nel 2006, con la guerra di Israele in Libano. Allora l’obiettivo era sradicare Hezbollah, adesso Hezbollah governa il Libano. Con Hamas non succederà, almeno non in questi termini. Ma i morti di Gaza potrebbero scavare la fossa ai moderati di Abu Mazen in Cisgiordania e potenziare all’infinito il senso di estraneità allo Stato ebraico che già dimostrano, astenendosi al momento del voto, i palestinesi cittadini di Israele, pari al 21% della popolazione totale. Gli ebrei oggi sono circa il 50% dei 10 milioni di abitanti della Palestina storica e tra un decennio saranno il 35%. Il partito degli “spara spara” lo sa? La borghesia imprenditoriale a cui vendono fumo lo capisce? Quisquilie, mi rendo conto, rispetto a una bella bomba al fosforo. Gli israeliani hanno le infinite perle di saggezza della loro tradizione religiosa, filosofica e letteraria. Se non si offendono, ecco un proverbio italiano: da certi amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

5 Commenti

  1. mardi said:

    sono contenta di aver scorto nei miei viaggi da internauta il sito di un giornalista che sgrana fatti senza eccedere in opinionismi, che offre commenti privi di prosopopea e autoreferenzialità e che invita a leggere la realtà sempre con sguardi consapevoli, magari faziosi ma sempre consapevoli. Buon lavoro

  2. Fulvio Scaglione said:

    Carissima Viaggiatrice,
    è un grande piacere averti incontrata, sia pur così fugacemente. Mi fai complimenti che non merito (beh, forse non tutti, non sono così modesto…). Spero servano a farti riapprodare, di tanto in tanto, a questa riva.
    Ri-fatti viva, per favore.
    Ciao, a presto
    Fulvio

  3. mardi said:

    Qualche giorno fa ti ho inviato una “mail”di richieste( lusingata – ça va san dire – dal tono della tua risposta), ma essa non è stata resa visibile; siccome ho avuto problemi di connessione ho ritentato ma senza fortuna: forse la mia letterona era eccessiva pretenziosamente politica ? o mi sono fatta troppo viva?In ogni caso ancora buon lavoro. Certo che ritornernero'(quando avro’ il tempo) sulle tue rive, indipendentemente dal fatto che io approvi o meno quanto tu possa scrivere.Ancora buon lavoro.

  4. Fulvio Scaglione said:

    Carissima,

    mi spiace ma quanto mi segnali (post che non compaiono) ogni tanto succede anche ad altri e non so proprio perché. Mi pare di capire che le mie risposte invece non incontrino problemi, e anche qui… boh!? Qualcuno pensa che ai post brevi non succeda ma è solo un’ipotesi. Mi spiace, perché l’idea di una “letterona” era stimolante, e poi perché sono bene che tutti siamo in corsa con il tempo.
    Abbi pazienza e torna presto. Sono in partenza per Gerusalemme, magari il genius loci mi aiuterà con qualche spunto di cui parlare insieme.

    ciao, grazie, a presto

    Fulvio

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