DA HAARETZ A MAARIV CI SONO ANCHE ISRAELIANI CHE SI VERGOGNANO

    Vi propongo questo articolo di Avi Issacharoff che Haaretz, il più antico quotidiano israeliano (fondato nel 1918), ha pubblicato in prima pagina. Un articolo analogo è uscito, nello stesso giorno, sul quotidiano Maariv. Poi ne parliamo. 

” Le urla riempivano l’aria, proprio come le pietre che gli uomini mascherati scagliavano contro la famiglia di Abu Sa’afan. Passò qualche secondo prima che un gruppo di giornalisti, da tempo abituati ad assistere a momenti difficili come quello, decise di non poter più restare da parte. I giornalisti corsero nella casa e salvarono le vite della gente che vi era asserragliata. Il cervello richiede un minuto o due prima di elaborare ciò che sta succedendo. Donne e bambini piangono con il viso deformato dal terrore e dalla sensazione di essere in punto di morte e supplicano i giornalisti di aiutarli. Le pietre continuano a cadere sul tetto, sulle finestre e sulle porte della casa. Le fiamme ormai avvolgono uno degli ingressi. Le finestre sono in frantumi e i bambini cercano riparo. Tutt’intorno, come se stessero assistendo a un concerto rock, centinaia di testimoni ebrei osservano gli eventi con grande interesse. Qualcuno dà persino consigli ai giovani ebrei su come colpire con maggiore efficacia. Non c’è traccia della polizia. E nemmeno dell’esercito.

Dieci minuti prima, mentre le forze di sicurezza erano impegnati nel disperdere i manifestanti vicino alle case occupate, un fumo nero si sollevava dalla wadi che sapara Kiriat Arba da Hebron. Per una qualche ragione, nessuno degli ufficiali della polizia o dell’esercito era particolarmente preoccupato da ciò che stava avvenendo ai piedi di Kiriat Arba. Strano, perché le dozzine di assalitori che cercavano di salire sul tetto della casa della famiglia di Abu Sa’afan, scagliando pietre, erano visibili a centinaia di metri di distanza. E già dopo pochi secondi era diventato evidente che in quella casa c’era gente.

Sono sceso in fretta nella wadi e mi sono rivolto a tre soldati. “Che cosa pretende?”, mi hanno risposto, “Noi tre siamo responsabili di tutto questo settore”, mi disse uno di loro, indicando la wadi. “Chiedete aiuto via radio, almeno”, ho detto io. “Non abbiamo una radio”, ha replicato. Così il gruppo di giornalisti si avvicina alla casa. Un dilemma. Che fare? Non ci sono forze di sicurezza nei pressi e gli assalitori ebrei decidono di mettere anche i giornalisti nel mirino. Chiediamo ale guardiedi sicurezza di Kiriat Arba di intervenire per fermare il linciaggio, ma loro circondano la casa per fermare eventuali “rinforzi palestinesi”. La casa è ormai distrutta e il panico è evidente sul volto dei bambini. Una delle donne, Jihad, è rovesciata sul pavimento, svenuta. Il figlio, che impugna un bastone, si prepara ad affrontare gli assalitori. Tahana, una delle figlie, non riesce a calmarsi: “Guarda che cosa hanno fatto alla casa, guarda!”.

Tess, fotografa, scoppia in lacrime. Non piange di paura ma di vergogna, vergogna per ciò che vede, per ciò che fanno giovani che si considerano ebrei. Vergogna per il fatto che sono della nostra stessa religione. Alle cinque del pomeriggio, poco più di un’ora dopo l’inizio dell’assalto, un’unità della polizia speciale “Yassam” arriva a disperdere la folla di uomini mascherati. I membri della famiglia palestinese sono in piena crisi di nervi. Mentre lasciamo la casa, sento uno dei coloni gridare a un poliziotto: “Vergognatevi, nazisti”. Al contrario, vergognatevi voi”.

Pubblicato su Haaretz del 5 dicembre 2008  http://www.haaretz.com
 
 
 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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