LA RUSSA E ALEMANNO, PAROLE IN LIBERTA’. APPUNTO

      Le affermazioni del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e del ministro della Difesa, Ignazio La Russa, resteranno a lungo nella hit parade dello sciocchezzario della politica italiana. Lascio agli storici, e al buon senso di chiunque, il giudizio sul pensiero di La Russa. Secondo lui, i militanti della Repubblica di Salò “servirono la patria”. Falso: forse credevano di servire la patria, ma in realtà servivano i nazisti, agivano inquadrati dalle stesse SS che sterminarono gli ebrei (tra i quali anche 7 mila ebrei cittadini italiani), internarono nei lager 650 mila soldati italiani, misero a morte 6.500 soldati italiani a Cefalonia e si resero colpevoli di molte altre amenità del genere.

      E vabbé. Ma mi interessano di più, anche per le caratteristico di questo sito, le dichiarazioni di Alemanno. Sono ormai note a tutti, tendono a sostenere che il fascismo fu un male assoluto solo dal momento del varo delle leggi razziali (il Manifesto della razza è del 25 luglio 1938) in poi, mentre prima era qualcosa di diverso, comunque un “fenomeno complesso”.

      Dire che un regime durato più di vent’anni è un “fenomeno complesso” è una tautologia. E’ ovvio, è come dire che un uomo è una creatura pensante, che il mondo animale ha tante specie, che amministrare Roma non è una cosa semplice. D’altra parte le leggi razziali segnarono la parte finale e declinante (sanguinosamente declinante) del fascismo. E i 16 anni trascorsi dal 1922 al 1938? I manganelli, l’olio di ricino, la repressione del dissenso, la censura, il partito unico, la carcerazione e l’assassinio dei leader dell’opposizione? Basta dire che si trattò di un “fenomeno complesso”?

      Quel che più mi colpisce, però, è che questa semplificazione di tutto comodo Alemanno se l’è fatta sfuggire appena uscito da Yad Vashem, il museo dell’Olocausto di Gerusalemme. Quella di Yad Vashem è una visita da cui non si esce indenni, fatela e capirete. Non c’è solo l’impatto della rappresentazione della Shoah. I curatori sono riusciti in un’impresa straordinaria: dare al visitatore la sensazione di entrare in contatto (quasi fisicamente) con le vittime di cui si parla, ma intendo con ognuna di loro, con la sua identità, il suo volto, le sue passioni, persino i suoi hobby. E’ sconvolgente vedere un ragazzo in costume da bagno, sorridente, allegro, normale, banale, e pensarlo bruciato in un forno. Non per nulla Yad Vashem è una citazione biblica (Isaia, 56:5) che in ebraico significa “il nome e il volto”. Esiste la banalità del male ma anche la banalità del bene, e il contrasto stridente tra le due entità ti tocca nel profondo.

      Ora, che cosa devo pensare di un politico navigato (e già buon ministro) come Alemanno che, appena uscito da una simile esperienza, si affanna a dichiarare a ciglio asciutto che sì, certo, le leggi razziali furono il “male assoluto” ma che sul resto si può discutere?

      La mia ipotesi è che si sia lasciato sfuggire una gaffe. In tal caso propongo alla sua riflessione quanto segue: direbbe lui che il regime di Saddam Hussein era solo un “fenomeno complesso” fino a quando (1987-1988) cominciò a massacrare i curdi? Direbbe che il regime sovietico fu solo “un fenomeno complesso” fino a quando, nel 1937, Stalin lanciò le grandi purghe? Direbbe che il maoismo fu solo “un fenomeno complesso” fino alla Rivoluzione Culturale del 1966? Credo di no.

      Comunque sia, e per concludere, sapete che cosa mi fa veramente impazzire? Sia La Russa sia Alemanno stanno in un partito che si chiama Partito della Libertà. Della Libertà, capito?

Per il museo dell’Olocausto   http://www.yadvashem.org 

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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